Luis Alberto festeggia oggi i suoi 32 anni. Ben 8 stagioni di Lazio che lo hanno visto crescere come uomo e come calciatore. In campo grandissime giocate e la qualità tecnica del fantasista puro, di quei numeri 10 che si vedevano una volta. I suoi piedi e i suoi anni laziali non possono che restare nella storia e nel cuore dei tifosi.

Il suo arrivo e gli inizi

Luis Alberto arrivò nell'estate del 2016 a Roma, di proprietà del Liverpool e dopo un'ottima annata di prestito in Spagna con la maglia del Deportivo La Coruna. Sbarcò nella capitale con timidezza, in punta di piedi con il suo fisico esile molto più vicino ad un ballerino di flamenco piuttosto che a un giocatore di calcio. Il primo anno fu complicato, mancò totalmente l'ambientamento, panchina fissa e nelle poche occasioni concesse da Inzaghi risultava a dir poco impalpabile. Dopo il primo anno era tanto lo scetticismo su di lui, nonostante la sua buona tecnica era visibile a tutti. Arrivarono diverse offerte, per lo più per un prestito, si vociferava di un'offerta da parte del Genoa ( attorno ai 5 milioni ) , proprio l'unica squadra che lo aveva visto giocare per molti minuti a fine campionato e che era stata incantata da un suo lampo, un gol segnato con un perfetto tiro dalla distanza, un mix di potenza e precisione. La Lazio lo confermò, davanti la tecnica cristallina di quell'elegante 24enne spagnolo non poteva non concedere almeno un'altra chance. 

La svolta

Supercoppa italiana, 13 agosto 2017 all'Olimpico di Roma si gioca Juventus-Lazio. I capitolini schierano 10 certezze su 11, giocatori che oramai erano negli schemi di mister Inzaghi, garanzie sul campo e nessuna nuova scommessa, tranne una: Luis Alberto. Il centrocampista era lì però, titolare, in una importantissima finale dopo un'intera stagione a fare panchina, con poche apparizioni e per lo più deludenti. E' la svolta però, da quel giorno impugna la bacchetta e diventa il Mago. Per l'intera gara danza sul pallone, lo accarezza, illumina spalti e compagni con le sue giocate. Quel giorno portava sulle spalle il numero 18 ma in tanti capirono che sarebbe diventato il numero 10, quel fantasista vero che meritava di indossare quel numero e che da tempo mancava nella Lazio.

Fraioli
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