Come era accaduto sabato pomeriggio a Bergamo, due gol in trasferta non sono stati sufficienti alla Lazio per vincere a Marsiglia, in un ambientino davvero caldo e poco accogliente, tanto che il ministro francese German Darmanin dovrebbe preoccuparsi più dei tifosi della squadra di Sampaoli che di quelli biancocelesti, rimasti opportunamente a casa. Ma il 2-2 del Vélodrome rappresenta ancora un piccolo passo avanti della squadra verso la filososia sarriana, ancora molto diversa dalla mentalità che Simone Inzaghi per cinque anni aveva trasmesso al suo gruppo. E comunque,  è un punto conquistato dopo altre due partite positive, sempre in campionato. Troppa la differenza tra i titolari e i sostituti: la squadra biancoceleste ha provato ad alzare il muro ma alla fine è capitolata, confermando di essere ancora molto indietro sulla fase difensiva. La Lazio segna molto ma subisce troppo: 19 gol in 11 partite di campionato. Il pareggio consentirà alla Lazio di puntare ancora al primo posto del girone, che permetterebbe di evitare il turno aggiuntivo contro una big in arrivo dai gruppi di Champions, ed è arrivato grazie al gol numero 160 di Immobile. Un gol storico, oltre che bellissimo, da vero numero 9, perché ha spinto l'attaccante di Torre Annunziata davanti a un mito come Silvio Piola. Con una media di 32 gol a stagione in 5 anni, Ciro si riproporrà anche per la Nazionale che si giocherà il Mondiale contro la Svizzera proprio allo Stadio Olimpico, dove Immobile tocca il cielo con un dito. Vedremo se qualcuno cercherà ancora di metterlo in discussione contestando le sue qualità e sostenendo che all'Italia manca un vero centravanti, una tesi che fa davvero sorridere. Corriere dello Sport.

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