Tommaso Turci, Dazn
Tommaso Turci, Dazn

Che allenatore è Baroni in panchina?

Baroni

Baroni secondo me è un allenatore che cresce durante la partita, sente la tensione della partita mano a mano che si avvicina il finale. Si confronta moltissimo con il suo vice, ma in generale con tutto il suo staff. È uno che prova anche ad intervenire durante la gara, parlando soprattutto con i giocatori che, secondo lui, in quel momento devono fare qualcosa in più. Francamente non me lo aspettavo così carico ed elettrico, quando si rende conto che il pallone comincia a diventare pesante, quando mancano pochi minuti alla fine e la partita è ancora in bilico, Baroni è uno di quelli che si fa sentire, qualche urlo lo fa partire.

Che tipo è nella comunicazione davanti ai microfoni?

Per me è una persona estremamente educata e trasparente. Questo suo essere sempre disponibile nell'andare a dire e a spiegare quelle che sono le sue idee, a volte lo rende quasi un tipo troppo normale per questo calcio di personaggi anche a volte bizzarri. Credo che sia un ottimo comunicatore, non solo all'esterno, perché manda sempre messaggi positivi ed è sempre molto equilibrato nel spiegare tutte le situazioni e nel provare a raccontarti il calcio, ma credo che sia anche un grande comunicatore all'interno, contrariamente a quello che si possa pensare, lui è uno di quelli che entra nella testa dei giocatori, riesce a farli rendere al meglio. Ha costruito un ambiente ideale, dove c'è affinità, in cui c'è un gruppo unito, un gruppo di lavoratori, ma soprattutto di giocatori che si sentono importanti. Il fatto che ci sia questa profondità: ci sia una squadra per il campionato e una per l'Europa, inevitabilmente fa sì che tutti quanti si sentano responsabilizzati nel dare qualcosa in più. Questo è merito di Baroni. Credo che sia un allenatore estremamente sottovalutato e che ci fosse un po' troppo scetticismo al suo arrivo all'inizio, perché le competenze le ha sempre avute. Non tutti hanno l'opportunità di allenare una grande squadra, lui l'ha avuta e ho la sensazione che la stia sfruttando molto bene. Questo entusiasmo che si percepisce, ora c'è una grande alchimia tra allenatore, giocatori e pubblico, lui ha la capacità di alimentarlo, non solo con i risultati, ma anche trasmettendo questa passione nel giocare a calcio. Quando uno va a vedere oggi la la Lazio percepisce la passione di chi sta facendo in quel momento il proprio lavoro, dei calciatori che giocano con il cuore dentro la scarpe. 

Ci racconti l'aneddoto di ieri in cui Baroni non aveva sentito i cori per lui e poi ha ringraziato la Curva?

Ha fatto abbastanza ridere, perché glielo hanno fatto notare dalla panchina. Qualcuno dello staff gli ha detto “Mister guarda che ti stanno chiamando”, lui si è girato immediatamente, è corso dalla parte opposta dell'area tecnica, poi ha alzato le braccia e ha ringraziando più volte, in generale quando sei li non è semplice rimanere concentrato rispetto a tutto quello che ti succede intorno. Per uno come lui che vive le partite in questo modo, mi è piaciuta anche la reazione ad ogni goal, lui voleva veramente che la Curva Nord fosse un fattore, ma anche banalmente quando è stato sostituito Noslin, quando ha chiesto l'applauso per lui, con Rovella non c'è stato bisogno. Lui sente la necessità di far vivere alle persone con grande partecipazione quello che sta facendo la squadra. Il pubblico sta accompagnando molto bene. Ho frequentato tante volte l'Olimpico anche negli anni passati, ci sono stati dei momenti in cui le cose andavano bene e il pubblico si faceva sentire, ma adesso è veramente un grande piacere. Ho la sensazione che il Laziale si riconosca in questa squadra. 

Hai avuto sotto gli occhi nel secondo tempo Nuno Tavares, un giocatore rivelazione, che impressione ti ha fatto?

Secondo me è un giocatore che ha ampi margini di miglioramento. Ha degli strappi imbarazzanti, è uno che è perfettamente consapevole di quali siano le sue potenzialità e di quale sia la sua fisicità, molte volte si fida di questi suoi “superpoteri”, ha un passo diverso rispetto agli altri e lo sa. È anche vero che ci restano negli occhi questi strappi, però è uno di quelli che deve ancora capire quando fare la scelta giusta e in questo può migliorare. Nell'economia di una partita Tavares deve capire che non può fare sempre quello strappo e quella galoppata, a volte bisogna ragionare un po' di più. Su questo Baroni sta lavorando, mi è piaciuto moltissimo quando dopo il goal di Vecino sul suo assist lo ha preso da parte e gli ha detto “bravo Nuno, bravo, anche questo è tuo” e lui quasi impassibile annuiva in trance agonista totale anche per far capire che, nonostante stia facendo cose grandiose ha fatto gli stessi assist di Saka e qui parliamo di un difensore, è comunque lucido nel capire che può ancora crescere e dare tanto. È un giocatore forte, ma ricordiamoci che siamo alla nona giornata. Il giocatore devastante si vede sulle 38. Quest'anno l'importante per lui sarà trovare continuità. Molto bene, ma ho la sensazione che potrà diventare ancora più forte. 

Dove può arrivare questa Lazio?

Questa squadra è da Coppa, nella partita e nello scontro diretto può battere tutte quelle che ci sono in Europa perché è una squadra che quando gioca bene non ha solo le individualità ma ha anche quello spirito di sacrificio determinante delle grandi partite. La Lazio sarà continua quest'anno? Non lo so, magari perderà anche qualche partita di troppo in campionato. La Lazio può andare a San Siro e vincere con l'Inter? Io credo di si, è quella squadra che non perderà mai la sua identità, che ora è già forte nonostante Baroni sia arrivato da poco e nonostante cambi sempre gli interpreti, ma penso che ci possa divertire tanto in Europa League. Credo anche che Baroni oltre a voler fare un grande campionato, penso voglia provare ad andare il più avanti possibile, perché le opportunità vengono fuori, se si arriva tra le prime otto sei già a buon punto.

 

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