Scendere in campo abbottonati e timidi, preoccupati di trovarsi di fronte i famelici avversari che hanno strapazzato tutti nello scorso campionato. Attendere un tempo per capire che, poi, quel Napoli di Spalletti non c’era più, sostituito da una formazione imbambolata e stanca, salvata due volte dal Var che ha cancellato (giustamente) alla Lazio due reti, arrivate dopo l’1-2 di Kamada: il nuovo acquisto ha avuto il tempo di mirare e tirare in diagonale, senza che nessuno del Napoli riuscisse a contrastarlo. Al termine di quasi 99 minuti è la Lazio a portare a casa i tre punti, meritatamente perché si è scrollata di dosso la polvere delle prime due sconfitte e ha fatto venire fuori la lucentezza del team arrivato secondo a giugno, proprio alle spalle del Napoli campione d’Italia.

Eppure Sarri aveva chiesto ai suoi di aspettare. Attendere e poi provare a colpire, perché altrimenti non si può fare contro il Napoli nelle partite al Maradona. E la strategia si dimostra efficace. Alla mezzora del primo tempo il solito Felipe Anderson mette il pepe nell’area azzurra con un tocco di punta che trova Luis Alberto inspiegabilmente solo, ancorché spalle alla porta di Meret: con un tacco sorprende il portiere che resterà inoperoso per tutta la prima frazione di gioco. Lo 0-1, sul quale pesa anche il difetto di posizione da parte di Juan Jesus, avrebbe potuto diventare una doccia gelata per chiunque, ma non per una squadra nella quale gioca gente mai doma come Osimhen e Kvaratskhelia, ma anche dello spessore di Politano e Zielinski. Il primo ricama il cross rilanciato in maniera arruffona dalla retroguardia laziale, finalmente il polacco trova lo spazio per calciare da fuori: la palla gonfia la rete. Va detto che la conclusione di Zielinski pare potesse finire direttamente fuori, ma la deviazione involontaria di Romagnoli ha reso la traiettoria imparabile. Il polacco e Kvaratskhelia sono stati i due del Napoli che maggiormente hanno cercato la realizzazione nel primo tempo, con il georgiano frustrato due volte in altrettante conclusioni che avrebbero meritato miglior sorte: prima il tacco di Marusic e poi una parata di Provedel hanno evitato che il Napoli andasse all’intervallo in vantaggio almeno di un gol.

Nella ripresa, tranne il solito tiro di Zielinski ben parato da Provedel, la squadra di Garcia perde spessore e convinzione. Ne approfitta subito la Lazio per raddoppiare, grazie a uno spunto di Felipe Anderson, con il velo di Luis Alberto e il sinistro di Kamada che trafigge Meret. È il 7’ e la gara del Napoli è come se finisse in quel momento.

La Lazio intuisce la difficoltà degli avversari e ne approfitta due volte, prima con Zaccagni e poi con il nuovo acquisto Guendouzi, entrato al posto di Kamada: due gol in 5’ annullati dal var Di Paolo. Una decisione che ha solo evitato la mortificazione di una sconfitta ancora più pesante, peché mai il Napoli, apparso molto stanco, ha dato la sensazione di poter quanto meno pareggiare. Garcia, che ha inspiegabilmente sostituito Kvaratskhelia, incasa la prima sconfitta: avrà molto da lavorare in queste due settimane senza campionato. Sarri, come l’anno scorso, vede Napoli e si esalta. TuttoSport/Raffaele Auriemma

La Repubblica | Lazio, tacco di Luis e stoccata di Kamada: altra impresa al Maradona
CorSera | Lazio, vittoria capolavoro