Fraioli
Fraioli

Maurizio Sarri ha recentemente condiviso i suoi pensieri sulle pagine de Il Corriere della Sera. L'ex tecnico della Lazio ha espresso il forte desiderio di tornare ad allenare, sentendo la mancanza del calcio giocato. Ha raccontato di aver preso una pausa per alcuni giorni subito dopo l'esperienza alla Lazio, necessaria per recuperare mentalmente, anche a causa del doloroso lutto per la perdita di sua madre, che ha avuto un forte impatto su di lui. Nonostante il desiderio di ricevere proposte dall'Italia, Sarri ha ricevuto offerte solo dall'estero. Nel corso dell'intervista, ha anche ammesso di aver commesso alcuni errori e si è sottoposto a un esame critico, sebbene abbia notato che critiche simili su calendari e condizioni dei campi, espresse da allenatori come Klopp e Guardiola, non hanno portato a conseguenze severe come nel suo caso: 

"Lo hanno detto anche Klopp e Guardiola, ma nessuno ha commentato, se è Sarri a lamentarsi e allora apriti cielo. Un calciatore non può giocare in un campo non idoneo". 

Tuttavia, sorprende come l'intervista abbia riservato poco spazio alla sua esperienza alla Lazio, liquidandola in soli quattro parole: 

Ambiente appiattito, squadra intorpidita”

Nell'intervista, Sarri si sofferma a lungo sui rimpianti legati alle opportunità mancate, in particolare quella di non aver mai allenato il Milan, un club che ha sfiorato in passato e che recentemente non lo ha contattato, così come la Fiorentina, che avrebbe considerato ideale per il suo stile di gioco:

"Un po' mi spiace, c'erano panchine libere in squadre che immaginavo potessero fare per me. Meritavo di essere ascoltato almeno un quarto d'ora. Ma l’esperienza resta un valore, non va cestinata. Poi, certo, se nessuno mi ha cercato probabilmente è stato perché ho sbagliato anche io qualcosa"

Si lascia andare anche a riflessioni sulla sua prolifica carriera, ripercorrendo i momenti salienti come il periodo al Napoli, la vittoria dell'Europa League con il Chelsea, dove ammette di aver sbagliato a non rimanere, e il trionfo in Serie A con la Juventus. Attualmente, non è interessato ad allenare una nazionale poiché preferisce la quotidianità del lavoro in un club, dove può mettersi alla prova ogni giorno tra campo e divertimento. Nella discussione sui giocatori che hanno lasciato un'impronta nella sua carriera, evidenzia l'assenza di menzioni di calciatori della Lazio, mentre ricorda con affetto alcuni dei suoi pupilli al Napoli come Koulibaly, Mertens e Insigne, e al Chelsea, un Eden Hazard con cui, nonostante le frequenti discussioni, ha raggiunto grandi traguardi.

Euro 2024, gli appuntamenti per Zaccagni e Hysaj
Reja: "Baroni farà ricredere i tifosi, i mugugni diventeranno applausi. E su Tudor..."