Trentasette minuti quasi perfetti al do Dragao. Il gol di Zaccagni, due grandi potenziali occasioni (una netta con Milinkovic) e nessun rischio concreto. Poi, una sbavatura, con Luiz Felipe che si fa anticipare di testa da Toni Martinez per l’1-1. Una scena simile, al 48’, solo che il centravanti anticipa il laziale di piede: 2-1. Da quel momento in poi, si spegne la Lazio, sottotono rispetto a un Porto che invece ritrova fiducia e carica. Tutto rimandato al ritorno.

Dov’è il vice Immobile? In Europa si paga tutto: leggerezze, disattenzioni e mancanze. Ieri alla Lazio è mancato un centravanti. Con Immobile fuori per influenza (è in dubbio anche per Udine) in attacco ha giocato Felipe Anderson ‘falso nueve’: una soluzione che aveva funzionato contro Genoa e Venezia, ma il Porto di Pepe è di un’altra stoffa. Un buco in rosa non colmato durante l’ultima sessione di mercato: via Muriqi, è arrivato un esterno puro, Cabral, impiegato solo 7 minuti in 4 partite da Sarri. “Non lo conoscevo”, l’ammissione del tecnico. E ieri l’assenza di una punta che attaccasse la profondità e occupasse l’area del Porto, troppe volte vuota, si è sentita molto.

E il buco in difesa… Tra gli indisponibili ci sono anche Lazzari e Acerbi, due potenziali titolari in difesa. Ma se sulle fasce le alternative ci sono, in mezzo no: Patric è un centrale adattato e Luiz Felipe, che chiede 2,5 milioni per rinnovare (anche se andrà via a zero), è stato anticipato su tutte e due le situazioni chiave. Anche qui, nessuna novità. Che alla Lazio servisse un centrale sul mercato era lampante e Sarri infatti insisteva per Casale. Non è arrivato nessuno, se non Kamenovic, bloccato da Tare un anno fa. Peccato che in estate fosse stato già bocciato da Sarri…

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