L’arrivo con grandi aspettative, due stop muscolari (coscia e ginocchio) con tutte le difficoltà annesse alla mancanza di continuità e le prime critiche. D’altronde, in estate Zaccagni è stato comprato dalla Lazio (2 milioni per il prestito più 7 per il riscatto) per raccogliere l’eredità di Correa, che seppur con tanti alti e bassi negli anni scorsi aveva inciso con Inzaghi.

Poi, il cambio di rotta. E il 5 dicembre, a Marassi, l’avventura biancoceleste dell’esterno italiano ha preso il via. Due assist contro la Sampdoria, due gol consecutivi contro Sassuolo e Genoa e l’assist contro l’Empoli nell’Epifania. Prima del doppio passaggio decisivo (anche se ne vale uno perché la Lega ha assegnato il 3-0 della Lazio come autogol di Biraghi) di sabato sera contro la Fiorentina. Per palati fini la dolce palla per Milinkovic in occasione dello 0-1: un delicato tocco di esterno ad aggirare la linea difensiva viola, trovando il Sergente. Che ha beneficiato della classe di Zaccagni in altre due occasioni: contro la Sampdoria e la Fiorentina.

Tra la Lazio e Zaccagni sta sbocciando il feeling. Negli ultimi due mesi e mezzo è stato forse il migliore biancoceleste per quantità, qualità e continuità di rendimento. Sostituirlo, adesso, non è un’opzione contemplata da mister Sarri, contento anche del suo apporto in fase difensiva. La crescita di Zaccagni non è passata inosservata a Mancini, che l’ha chiamato nell’ultimo stage a Coverciano. D’accordo, sono stati tre giorni di esperimenti. Ma se dovesse continuare così - considerando anche l’infortunio di Chiesa - non sarebbe assurdo se tra un mese, per le convocazioni del playoff Mondiale, il ct azzurro pensi seriamente di richiamarlo.

Tuttomercatoweb.com.

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