Il Tempo | Lazio, re Ciro stende il Genoa
Ciro, sempre Ciro. Più forte dei denigratori in nazionale, bomber della storia della Lazio. Un’altra tripletta la settima in serie A, staccato Vlahovic di due reti nella corsa al titolo dei cannonieri, sono 24 in questo campionato. I biancocelesti passeggiano a Marassi, calano il poker con il gol iniziale di Marusic e il tris di Immobile, per i padroni di casa solo un’autorete sfortunata di Patric a certificare un passivo pesante per i rossoblù sempre più candidati alla retrocessione in B a meno di clamorosi risvegli.
Gara dominata con un solo brivido iniziale per un fallo fuori area di rigore di Acerbi su Piccoli. Il Var resta in silenzio, non può correggere l’eventuale errore dell’arbitro Manganiello e, nell’azione dopo il montenegrino, apre la sfida con un’azione simile a quella che lo aveva visto protagonista goleador sempre nello stadio genovese due anni fa. Dopo c’è spazio solo per il Ciro-show, capace di zittire tutti con tre gol d’autore: destro in diagonale sul finire del primo tempo, tap-in di testa e tiro a giro sul secondo palo. Sarri batte Blessin gestisce bene le risorse con gli inserimenti nella ripresa di Cataldi, Basic, Pedro e Hysaj. Nella lotta per l’Europa la Lazio non molla anche se le vittorie di Roma e Fiorentina danno meno peso al successo di Marassi.
Partita senza storia, mentre c’è un re biancoceleste ormai nella leggenda: numeri che non mentono mai e vanno ricordati: 179 gol in A (14° bomber del campionato), 0.62 di media-gol, 147 reti in A con la Lazio (179 totali in 255 partite). Ciro se la ride mentre a Marassi cantano i mille laziali che hanno seguito la squadra. Si porta via il pallone e chiude il capitolo nazionale: «Le critiche fanno parte di questo sport, ma quando si inventano cattiverie non mi piace. Sono più che dispiaciuto dell’eliminazione al Mondiale, ma ho le stesse responsabilità di tutti gli altri. Quando arriva una sconfitta così grande non si può puntare il dito contro nessuno. Il mio futuro in Nazionale? Io sono uno che non si tira mai indietro, ora punto a finire il campionato, raggiungere obiettivi con la Lazio e poi vediamo».
Con Sarri si è confermato ai soliti livelli, Immobile elogia l’allenatore con cui è nato un feeling speciale: «Sta diventando importante, abbiamo passato una settimana a parlare chiedendomi di non diventare diverso da quello che sono, penso sia contento di questi tre gol». Il Tempo\Luigi Salomone