La Repubblica | Lazio, il dopo-Sergej è un rebus: Sarri scontento
Milinkovic è andato, già oggi visite mediche per lui con la sua nuova squadra, l’Al-Hilal, ma per il sostituto bisognerà aspettare. E la cosa a Sarri non piace neanche un po’, tanto più che l’erede indicato dal tecnico, Piotr Zielinski, è destinato pure lui a trasferirsi in Arabia Saudita: l’Al-Ahli, offre infatti 18 milioni al Napoli e soprattutto 12 milioni all’anno al polacco, il triplo di quanto guadagna oggi e di quanto più o meno guadagnerebbe alla Lazio. Infatti la mezzala è orientata ad accettare, proprio come ha fatto Milinkovic, che di milioni ne incasserà 60 in tre anni. Mentre la società biancoceleste di milioni ne riceverà 40 (verranno pagati in tre rate), una cifra che permette di sistemare l’indice di liquidità, ripianare il passivo in bilancio e aggredire il mercato. Un triplo effetto positivo che non consola né Sarri, irritato perché ha capito che non arriveranno né Zielinski né Berardi (anche l’attaccante del Sassuolo è stato contattato da una squadra araba, l’Al-Nassr), i suoi primi obiettivi per i rispettivi ruoli, né i tifosi, allarmati perché la squadra oggi inizierà la preparazione estiva, ad Auronzo, senza neanche un volto nuovo. Inevitabile la delusione della piazza: con il secondo posto e la qualificazione in Champions League, si contava su un paio di colpi prima del ritiro. Invece siamo a zero e con un top player in meno. Adesso la corsa al successore di Milinkovic si fa frenetica ma, praticamente perso Zielinski, la confusione è preoccupante. Dalla nebbia emergono nomi noti, come quello di Gedson Fernandes, oppure nuovi obiettivi, come Samardzic, il tedesco dell’Udinese che però piace tanto anche a Giuntoli, ds della Juve. Ottimismo invece per Luca Pellegrini, Torreira e Amdouni: in ogni caso, un’accelerazione sul mercato è assolutamente necessaria. La Repubblica/Giulio Cardone