Il Messaggero | Lazio grigia frenata Champions League
Come riportato dall'edizione odierna de Il Messaggero il quarto posto è ora in bilico
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La squadra è spenta e sterile, pesa l'assenza di Castellanos Solo un pareggio col Venezia, che nel finale sfiora il colpo del ko. Ora il quarto posto è in bilico: già oggi la Juve può fare il sorpasso.
La partita
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S'impantana in Laguna la corsa Champions. La Lazio porta i remi sul vaporetto e non va oltre un insipido 0-0: secondo pareggio consecutivo, il primo lontano dall'Olimpico in questo campionato. È amaro il risultato perché oggi la Juve può effettuare il definitivo sorpasso al quarto posto. Ma preoccupa soprattutto una squadra lenta, apatica e sterile in attacco, che in 20 giorni dovrà affrontare non solo la Serie A (due big match contro Milan e Bologna), ma anche i quarti di Coppa Italia contro l'Inter e gli ottavi di Europa League contro il Viktoria Plzen, ovvero altre sei gare con la pesante assenza di Castellanos. Sinora, in quattro sfide col Taty out, due pari (quello di ieri e contro il Como) e due ko. Non è un bel presagio sul futuro. Falliti i primi esperimenti, la triplice staffetta per provare a sostituire il bomber argentino: Noslin, Dia e Tchaouna non hanno una goccia del suo veleno.
La grande chance
Così il Venezia racimola il primo punto dopo tre sconfitte e Di Francesco ha persino qualche rimpianto. Ai biancocelesti infatti poteva pure andare peggio. Alla fine Baroni deve benedire la sua rivoluzione fra i pali per il sesto clean sheet ottenuto al Penzo: Mandas tiene a galla la Lazio con un salvataggio su Oristanio. Già annunciata da giorni la svolta dei numeri uno: fuori Provedel, Mandas esordisce in questo campionato. Baroni conferma in toto la difesa anti-Napoli (Marusic, Gila, Romagnoli, Tavares), nonostante il prossimo doppio impegno a San Siro. Come contro la Fiorentina, Dele-Bashiru fatica a trovare una posizione e a sostituire Rovella al fianco di Guendouzi a centrocampo. Noslin si muove tanto al posto del Taty, ma non fa sponde e gli manca il suo spirito guerriero. Il Venezia aggredisce subito la Lazio, con il solito 3-5-2 sfrutta tutta l'ampiezza del campo, ma poi non ha le qualità per l'affondo. Isaksen è l'uomo avanzato biancoceleste più vivace, ma anche i suoi tiri non impensieriscono più di tanto Radu. Ritmi piuttosto blandi, sbadigli al Penzo. Tanto freddo e tanti errori bipartizan in fase di palleggio. A sinistra Tavares soffre le sgommate di Zerbin e non si avventura in più di un assolo. Strepitoso invece l'assist smarcante di Zaccagni per Dia, che si divora il vantaggio da un passo: è la chance più ghiotta del primo tempo. La gara non si sblocca e piove sul bagnato per la Lazio. Dele-Bashiru accusa un contrasto e si accascia al suolo: gli rimane sotto la caviglia sinistra, viene portato fuori quasi in braccio dallo staff medico e sostituito dal nuovo acquisto Belahyane come vertice basso. L'ex Verona mostra personalità e talento, contrasta e permette a Guendouzi di sganciarsi in inserimento. Il suo debutto è una delle poche note liete di un pomeriggio grigio.
La pausa
Manca un'accelerata, un guizzo, un colpo dal cilindro. I fantasisti Isaksen e Zaccagni provano a scuotere i compagni, ma le linee di Di Francesco sono dighe affacciate sul Lido. Il Venezia poi si spinge di nuovo nell'area biancoceleste con un calcio d'angolo: smanacciata di Mandas preziosa sul secondo palo. Radu sventa invece facilmente una conclusione di Isaksen da lontano. Baroni non è soddisfatto e programma un doppio cambio: fuori Tavares in affanno e Noslin, dentro Lazzari e Pedro. Marusic trasloca a sinistra, Dia avanza al centro dell'attacco. Non si alza il baricentro, non cambia l'intensità o lo spartito. In ripartenza, i veneti vanno vicini al gol: punizione dalla trequarti di Zerbin, la capocciata di Maric esce con una folata di vento. Gila esagera in uscita e, per poco, i padroni di casa non sfruttano l'azzardo spocchioso: Mandas ferma il corner di Perez sul primo palo. Il portierino greco si supera subito dopo con un miracolo: vola e sfiora col guantone un siluro rasoterra di Oristanio diretto all'angolino basso. L'attacco non funziona, Baroni è disperato e prova anche Tchaouna centravanti, ma è un terzo tempo di Gila l'ultimo tentativo d'assalto. Nel recupero Yeboah e Zerbin sciupano le ultime occasioni d'oro. Nove tiri a nove (pochissimi nello specchio), il 64% di possesso biancoceleste non premia chissà qualche merito. Giusto il pareggio, avaria nella regata Champions.
Il Messaggero