Sospettosi e arrabbiati, ma in silenzio, anche perché protestare ha dimostrato di servire a poco. Questa la reazione della Lazio a due giorni dal ko con la Salernitana. Brucia tanto quel cartellino giallo sventolato da Manganiello in faccia di Milinkovic. Domenica al 72’ l’Olimpico è diventato un inferno nei confronti del direttore di gara e ieri il club ha scelto la via social per esprimere la propria frustrazione. Un video di 24 secondi in cui viene prima riproposta la dura entrata di Bradaric sulla caviglia di Lazzari, nemmeno sanzionata nel primo tempo, e poi il pestone involontario di Milinkovic su Bronn, punito immediatamente.
IL MEA CULPA - Passano le ore, ma la sostanza non cambia per i biancocelesti, che perdono il centrocampista serbo per il derby. Il primo a mangiarsi le mani è Sarri, come svelato dal mea culpa in conferenza stampa: «Tornassi indietro lo farei giocare dall’inizio. Ogni volta che ho cercato di gestire queste si- tuazioni è venuto fuori qualche casino». Purtroppo per il tecnico è successo di nuovo, ma ora non si può più tornare indietro. Ora la testa sarà tutta sul prossimo im- pegno in Europa League a Rotterdam dove sicuramente il Sergente scenderà in campo dal 1’. Col Feyenoord la Lazio si giocherà una fetta importante di qualificazione alla fase a eliminazione diretta e punterà tutto sul numero 21. Dopodiché resterà la notte in Olanda e nell’allenamento pomeridiano di venerdì dovrà preparare la stracittadina senza contare sul serbo, cosa che non succede da ben sette stagioni. Solo nell’anno dello sbarco nella Capitale Sergej rimase a secco di minuti contro la Roma. Da lì invece 14 presenze di fila tra Serie A e Coppa Italia aggiungendoci 3 gol e 2 assist. Mastica amaro Sarri, anche perché il primo timbro in un derby della sua Lazio lo ha siglato proprio il numero 21. Il Comandante non voleva farsi attrarre dalle pressioni del confronto cittadino, ma alla fine ci è cascato, e contro lo stimato Mourinho non avrà a disposizione il suo fuoriclasse, inferiore solo a un centrocampista top come De Bruyne nella partecipazione ai gol di squadra stagionali (12 a 14). L’immagine di Sergej con le mani in volto rimarrà ancora a lungo della mente del tecnico, amareggiato pure dalle condizioni di Immobile. Ciro nella mattinata di ieri avrebbe avuto una risposta importante dalla risonanza al bicipite femorale della coscia sinistra e così è stato. «Ho buone sensazioni per domenica. Vediamo quello che succede», aveva dichiarato con un sorriso all’ingresso della clinica Paideia ai cronisti presenti. Dopodiché ci ha pensato il club stesso a chiarire la situazione con un comunicato: «Il calciatore è stato sottoposto a esami strumentali, prosegue nel suo programma riabilitativo personalizzato e verrà sottoposto a monitoraggio clinico quotidiano». Immobile è sempre l’ultimo a mollare, figuriamoci quando di mezzo c’è un possibile ritorno in campo. La corsa pazza di Ciro è iniziata subito dopo il ko con l’Udinese. Terapie, piscina e skip per stimolare la propriocettività (che è la capacità di percepire la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli). Poi, anche per soddisfare la mancanza del terreno di gioco, ci ha aggiunto qualche giro di corsa leggera intorno al campo a For- mello. Scarpe da ginnastica e pu- re scarpini oggi per il numero 17, ma il derby contro la Roma è destinato a restare un miraggio. L’uomo dei record per un attimo ha fatto pensare di esser capace di dimezzare i tempi di recupero da uno stiramento di secondo grado, ma così è troppo anche per lui. La cicatrice si è chiusa, ma niente da fare. Al massimo il capitano farà un tentativo per la trasferta del 13 novembre contro la Juventus, ma per ora l’ipotesi più probabile resta quella di un ritorno direttamente nel 2023.
UNICUM - Morale della favola, il derby di domenica sarà un unicum. Da quando la Lazio ha acquistato Immobile dal Siviglia nell’estate del 2016, non è mai capitato che in una stracittadina non giocassero né lui né Milinkovic. Quelle senza il Sergente, entrambe nella stagione 2015/16, hanno condotto a due sconfitte, la seconda con tanto di esonero per Pioli. Quella senza Ciro invece a sorpresa fu un trionfo l’anno seguente con un 3-1 firmato da Keita (doppietta) e Basta. Con tutto il rispetto per le statisti- che però, il primo pensiero di Sar- ri sarà che contro una diretta concorrente come la Roma la sua Lazio sarà costretta a scendere in campo senza la sua coppia d’oro. Sono 26 i gol segnati con assist del serbo e zampata del bomber, uno solo di questi nei derby. Trovare un’alternativa sarebbe impossibile per chiunque. Il Messaggero/Valerio Marcangeli