È quasi un romanzo di avventura quello vissuto da Danilo Cataldi alla Lazio. I trofei con la Primavera, la fascia da capitano al braccio da giovanissimo in prima squadra, l’allontanamento, e poi il ritorno. Un percorso non lineare, quello del centrocampista, protagonista fin da subito di accostamenti (precoci) con altri capitani giovani e laziali (vedi Nesta), ma anche di un successivo "ripudio" della tifoseria e conseguente comunicato della Curva Nord, dopo la rumorosa esultanza contro la Lazio quando vestiva i panni del Genoa con cui - si disse - "macchiò" la sua fede biancoceleste.

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Il rischio, il pericolo, le grandi emozioni, ma soprattutto le sfide, sono le caratteristiche principali di un romanzo di avventura, che si possono tramutare in quelle vissute da Danilo fin qui nel corso della sua carriera: il rischio e il pericolo del grande salto e di bruciarsi sin da subito, le grandi emozioni vissute con l’aquila sul petto (su tutte il terzo gol nella Supercoppa di Riyadh contro la Juventus) e le sfide, che continua ad affrontare, a partire da quella per una maglia da titolare.

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Ormai non fa più notizia il suo nome nell'undici ufficiale scelto da Maurizio Sarri in questa stagione. Guardando indietro però, anche solo di un anno, possiamo accorgerci che il cambiamento è stato netto, quasi sorprendente. Con Simone Inzaghi era finito addirittura dietro a Gonzalo Escalante nelle gerarchie, perdendo certezze e alimentando anche qualche dubbio perfino sulla sua permanenza a Roma. Con il tecnico ex Napoli però, la svolta: minuti in campo ritrovati e titolarità posseduta forse per la sua prima vera volta in carriera. Dalla gara interna contro la Fiorentina del 27 ottobre, Sarri non l'ha più tolto, con il numero 32 che è partito titolare in campionato ben undici volte, su diciannove partite disputate dalla Lazio.

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Già, perché complice l’età di Lucas Leiva (35 a gennaio) e il conseguente calo fisico che ha minato anche le sue importanti qualità messe a disposizione dal brasiliano nella Lazio, Cataldi è diventato il padrone del centrocampo, scalzando il numero 6, in un ruolo in cui Sarri chiede e ottiene tanto. Non è un caso infatti se Jorginho (terzo classificato del Pallone d’Oro 2021) abbia custodito le chiavi del centrocampo delle squadre del tecnico toscano, ad alti livelli, prima nel Napoli e in seguito nel Chelsea.

Velocità e propensione offensiva, secondo la Treccani, sono gli ingredienti del sarrismo. Ingredienti che Cataldi (seppur ancora non alla perfezione) sta esprimendo grazie a verticalizzazioni repentine, che permettono alla squadra di velocizzare il gioco. Nei romanzi di avventura, il finale, solitamente, è sempre positivo. L’eroe supera quasi sempre l'impresa e riporta a casa il suo premio dopo aver sconfitto il nemico. Nel calcio, “nemici” non ce ne sono, eroi veri e propri nemmeno. Chissà però, se Danilo Cataldi, dopo essersela ripresa, non potrà diventare, a modo suo, l’eroe della sua Lazio.

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Rivivi l'ultima puntata stagionale di FootballCrazy, programma condotto da Elisa Di Iorio e dedicato a Pino Wilson. In studio Giancarlo Oddi e James Wilson
Inzaghi e Sarri, il passato e il presente della Lazio, sperando in un futuro roseo