Fraioli
Fraioli

Intervenuto ai microfoni di Tv Play, l'ex direttore sportivo biancoceleste Igli Tare ha fatto un discorso a 360° per quanto riguarda la sua lunga esperienza alla Lazio, raccontando aneddoti, curiosità, rimpianti di mercato e molto altro. Di seguito le sue parole:

Tare

Balotelli ci ha mai pensato alla Lazio?

Onestamente no

Chi è stato il più difficile da gestire negli spogliatoi?

Luis Alberto ha un carattere molto forte, non facile da gestire ma quando trovi le corde giuste è un ragazzo che ti dà l'anima, non solo in campo ma anche fuori con il gruppo. In una squadra servono anche queste figure sono un po' controcorrente nei confronti del gruppo, ma quando riescono a capire l'importanza che hanno nel contesto giusto allora puoi tirargli fuori il meglio. La carriera sua l'ha anche dimostrato perché era veramente un fuoriclasse.

C'è mai stata la possibilità di andare al Milan?

C'è stato un interessamento molte forte quando c'era Maldini che voleva lavorare insieme a me, ma non è stato possibile per diversi motivi, uno di questi era il mio desiderio di continuare alla Lazio. Eravamo nel punto più alto del progetto che avevamo costruito, quell'anno lì siamo stati pretendenti per vincere lo scudetto, parliamo del pre-covid.

Tavares poteva venire alla Lazio quando c'eri tu?

Tre anni fa era la prima opzione quando è arrivato Sarri, ma non è stato ritenuto funzionale per il suo sistema di gioco e abbiamo abbandonato al pista

Quanto è importante per i giocatori che arrivano dall'estero imparare la lingua?

Ricordo quando abbiamo preso Hoedt a gennaio, si è presentato a febbraio per firmare il contratto con noi, ed i primi di luglio si è presentato pronto per il ritiro con un italiano perfetto. L'ho guardato e gli ho detto “Impossibile, tu mi hai ingannato sapevi già l'italiano”. Mi disse che ogni giorno in Olanda studiò italiano 5 ore perché voleva essere pronto dal primo giorno per capire le indicazioni dell'allenatore. È un esempio molto bello perché capisci che quando uno vuole fare una carriera importante e si mette nel modo giusto può raggiungere tanto. Tanti ragazzi oggi pensano che la carriera è molto lungo, invece è corta. Quando entri in dirigenza capisci il calcio e lo concepisci in una maniera diversa. Vanno avanti e crescono quelli più intelligenti.

Ti aspettavi un inizio di stagione così dalla Lazio? Si può fare un paragone Baroni-Inzaghi per come sono arrivati alla Lazio con poco credito?

È troppo facile salire tutti sul carro. Mi ricordo un'intervista di Baroni che ho sentito a inizio stagione nella preparazione che diceva di prepararsi per partire a mille da subito. Questo fatto mi è rimasto in testa, perché è una squadra che ha tanta qualità fisica e tanta esplosività, ha tanti giocatori che fanno le due fasi in maniera perfetta e si vede la mano del mister che ha un'idea chiara di gioco. Penso che al momento è la squadra che fa più divertire in Serie A. Mi fa molto piacere che si è creata un'armonia tra squadra e staff e la gente presto si innamorerà di questo e mi auguro che duri a lungo, anche perché di Baroni ne ho sentito parlare benissimo anche a livello umano, arrivare a un'età avanzata come la sua e avere un'opportunità del genere gli auguro con il cuore che possa raggiungere qualche obiettivo importante in stagione

Ci sono squadre inglesi che guardano al lavoro di Simone Inzaghi, sia con la Lazio che con l'Inter, tu che lo conosci che dici?

Allenare l'Inter è il massimo che ogni allenatore possa ambire, è una di quelle dieci squadre al mondo che se puoi allenare hai raggiunto il punto massimo della carriera,  però per me Simone è ancora molto giovane e ha ancora tanti anni davanti a sé. Gli auguro di restare molto all'Inter, ma nel nostro mondo devi anche riconoscere il momento giusto di andare via per riaccendere l'energia di un nuovo progetto. Quando arriverà questo momento lo saprà solo lui, quello che ha dimostrato negli ultimi anni ha fatto sì raggiungesse il gruppetto dei top cinque allenatori al mondo che possono allenare le squadre di prima fascia mondiale.

Ti aspettavi un Castellanos così forte?

Castellanos è un giocatore che, nella rosa come quella della Lazio, ci può stare tranquillamente. Mi piace, ha personalità, la grinta e la furbizia del giocatore argentino, ma è ancora presto per dare un giudizio avanzato perché devi meritare di essere l'erede di Ciro Immobile. Può fare con bene con la Lazio dico sì, è un attaccante moderno, è forte anche di testa,  però a me piace a bocce ferme tirare le somme perché durante la stagione ci sono gli alti e bassi, è giusto aspettarlo perché il primo anno è stato difficile dimostrare il suo valore. Adesso che Ciro non è più alla Lazio e che ha preso questa posizione, nel tempo mi auguro possa dimostrare questa fiducia che gli è stata data

Su Romagnoli:

Alessio è una storia molto particolare perché per dodici anni di fila sapevo quanto era legato alla Lazio e ogni anno gli dicevo il prossimo anno ti porto alla Lazio e sono felice che l'operazione è andata a buon fine. Nei due anni che siamo stati insieme è stata per me una bellissima sorpresa come ragazzo, perché è un grande lavoratore, umile, molto utile a essere leader in un gruppo, a modo suo, ma con valori veri. Nell'economia di una squadra come la Lazio lo vedo come una pedina fondamentale. È stato tanti anni capitano del Milan, è un leader vero, a volte i giocatori devono sentire la fiducia

È vero che ha provato a prendere Kvaratskhelia alla Lazio?

Sì è vero, è stato un'opzione prima di andare al Napoli di venire alla Lazio. Non voglio raccontare perché non è arrivato ma è vero che c'era la volontà di portarlo a Roma

Un rimpianto di un giocatore che potevi prendere?

Dipende dai momenti. Mi dispiace tanto per la storia di Cavani prima che lui andasse dal Palermo al Napoli. Avevo già gli accordi con gli agenti, il ragazzo voleva venire, ma all'epoca i rapporti tra Lotito e Zamparini non erano i migliori e decise di mandarlo al Napoli e non alla Lazio. Questo è stato un rimpianto. 

Quali sono i rapporto con Fabiani?

Non ho mai avuto un rapporto a livello umano con lui, né alla Salernitana né alla Lazio. Non siamo mai andati a mangiare a pranzo o a cena. Ho sempre rispettato le scelte del presidente all'epoca e ho cercato sempre di essere disponibile per quello che ci riguardava a livello professionale e basta.

Con Lotito c'è stata qualche frizione dopo il cambio?

No assolutamente no. Lotito sapeva già il mio pensiero molto prima che andassi via dalla Lazio

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