Ice King. Adesso sui social della Lazio lo chiamano così, il re di ghiaccio. Perché Immobile è stato glaciale, l’altra sera, quando all’ultimo secondo ha calciato quel rigore da tre punti contro la Fiorentina. La freddezza del campione nel momento cruciale. Come un robot del gol, il Sinner del calcio. Solo che il prodigioso tennista è nato in Alto Adige, lui a Torre Annunziata: con l’esperienza – 33 anni, mica 22 – ha imparato a controllare emozioni apparentemente incontrollabili. Poi, con la palla in porta e la gente all’Olimpico impazzita, si è lasciato andare: il bacio d’amore sullo stemma della Lazio, gli abbracci ai compagni (bellissimo quello con il “rivale” Castellanos, pre-convocato dall’Argentina), il giro di campo con il sorriso ritrovato. Niente lacrime, solo felicità. “È stato un film perfetto, ci voleva. Per me e per tutti”, sospira il giorno dopo. E la moglie Jessica sceglie il verso di una canzone di Mengoni - “Guerriero”, non a caso - per sintetizzare le settimane con l’anima in subbuglio vissute dal marito: “Ti difenderò da incubi e tristezze”. Che poi quel pezzo continua così: “Ti riparerò da inganni e maldicenze”. Non è che sia tutto alle spalle, ma insomma questo gol può essere “un punto di partenza”, come ha detto lui. Infatti ha risposto con un secco “no” a quella frase di Sarri: “Gli ho detto se vuole fare come Altafini, che dai 32 anni entrava al 70’ e segnava”. No, non è ancora tempo di sentirsi l’uomo degli ultimi minuti, con tutto il rispetto per Altafini e Caicedo.

Tant’è che contro la Fiorentina sperava di giocare dall’inizio e ci è rimasto male per la panchina. Però non ha polemizzato, un capitano deve dare l’esempio anche - soprattutto - nei momenti complicati: “Viene prima la squadra”, ripete. È entrato al 77’, si è concentrato sulle cose da fare, quando l’arbitro ha indicato il dischetto ha capito che il film avrebbe avuto l’happy end. Tiro, gol.

E sono 197 in Serie A, 199 con la Lazio, a un passo dalla festa dei 200: vorrebbe togliersi il pensiero già venerdì sera a Bologna, chissà. Poi il Feyenoord e il derby, altri appuntamenti che ha in testa. Come le due partite decisive della Nazionale per la qualificazione agli Europei, contro Macedonia e Ucraina, il 17 e il 20 novembre. La pre-convocazione di Spalletti è arrivata, Immobile non molla l’azzurro.

Una sfida dopo l’altra: prima Lukaku, poi Scamacca e Raspadori. Il ruolo alla Altafini può attendere, così come l’Arabia. In estate da Riad avevano pronti 60 milioni in tre anni per lui e altri 20 per la Lazio, Lotito ne voleva 40, tutto rinviato: chissà se e quando se ne riparlerà. Da Ciro sceicco a Ice King, il titolo è cambiato e i tifosi si godono il “film perfetto”. Dopo gli applausi allo stadio, i commenti al video celebrativo dell’attimo vincente: “Brividi”; “Sei unico, grazie” e cose così. Via incubi e tristezze, il re (di ghiaccio) è vivo, viva il re. La Repubblica/Giulio Cardone

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