Non chiamatela più zona Cesarini, bensì “zona Lazio”. Perché quando arrivano i minuti di recupero i biancocelesti tirano fuori gli artigli per la zampata decisiva. E’ successo con Provedel contro l’Atletico Madrid, con Pedro a Glasgow e ieri sera all’Olimpico con Immobile contro la Fiorentina. L’uomo più criticato, ma anche il più atteso, risolve il match entrando nel finale e realizzando il rigore che regala ai biancocelesti la terza vittoria consecutiva e una zona Champions decisamente più vicina: «Io metto sempre davanti il bene della Lazio, sono molto sereno e voglio dedicare questo gol a mio padre».

Tre, infatti, i punti che ora separano la Lazio dal quarto posto, con i rimpianti di una Viola che comunque ha tenuto il campo fino al 94’, sfiorando in almeno tre circostanze il vantaggio. Insomma, ritmo, occasioni ed emozioni non sono certo mancate nell’1-0 biancoceleste che condanna Nico Gonazalez e compagni alla seconda sconfitta consecutiva in campionato, dopo la parentesi favorevole in Conference League. Ma tutto succede nei minuti fi- nali con il rigore concesso per un fallo di braccio di Milenko- vic dopo che il primo tempo, tra Sarri e Italiano, assomiglia molto a una partita a scacchi, dove a farla da padrone è la pressione di entrambe la squadra che fa viaggiare la gara su ritmi alti. La Fiorentina, più della Lazio, cerca di tenere il pallino del gioco, con i biancocelesti che invece sfruttano la pressione sull’uscita dei centrali avversari per creare i pericoli più importanti andando subito in verticale.

Due strategie che, almeno nei primi 45 minuti, finiscono per annullarsi, mettendo comunque in risalto la sfida a distanza dei due centravanti argentini. Perché se Castellanos (alla quarta consecutiva da titolare) vince ancora una volta il ballottaggio con Immobile, dall’altra parte la doppietta di Beltran in Conference League gli vale una maglia da titolare anche all’Olimpico. E che l’ex River Plate stia crescendo lo dimostra dopo sedici minuti, quando con una giocata ad attaccare la profondità da scuola calcio trova il gol dell’1- 0, annullato solo con il Var per un precedente controllo con il braccio sinistro del nove viola. Poco dopo anche il palo di testa per una porta che appare stregata, ma di fronte Castellanos non vuole essere da meno ed è sua la palla per l’occasione migliore della Lazio non sfruttata da Luis Alberto.

Il match, comunque, vola via tra le folate delle due squadre che non abbassano mai i giri del proprio motore, premiando fino all’intervallo le scelte dei due tecnici, perché se Italiano, visti i problemi sulle fasce, sceglie Parisi e Biraghi, il collega Sarri dà spazio a Lazzari per Hysaj. In mezzo al campo i biancocelesti partono con la formula campionato, quella che prevede Rovella e Guendounzi, invece di Cataldi e Kamada, con il 32 biancoceleste che entra al 17’ della ripresa, quando la Fiorentina aveva già inserito Mandragora per Duncan e la coppia Barak-Nzola al posto di Bonaventura e Beltran.

La contromossa di Italiano non tarda ad arrivare con Maxime Lopez per Arthur, mentre la Lazio cerca il tutto per tutto nei 15 minuti finali buttando dentro anche Immobile e Pedro. E proprio da loro passa il match point realizzato a tempo scaduto, perché lo spagnolo mette in area un pallone per Vecino che di testa trova il braccio di Milenkovic, per il rigore poi confermato al Var. Sul dischetto il capitano biancoceleste che spiazza Terracciano, si prende gli abbracci dei compagni, finendo quasi in lacrime la partita e regalando alla sua squadra la terza vittoria consecutiva in campionato. «Abbiamo fatto una grande prestazione, non va bene perdere in questo modo perché quelle situazioni le prepariamo in allenamento: ai ragazzi spiego tutti i giorni che nel recupero si perdono le partite e su quel cross non siamo stati attenti. Grave ingenuità». Il telegramma di Italiano. TuttoSport/Dario Marchetti

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