Il Messaggero | Lazio, tutti a rapporto da Lotito: "Ora non sbagliate più"
Nessuna sfuriata, nessun pugno duro, ma un intervento fermo e deciso: «Ora non ci sono più appelli, non si può più sbagliare perché siamo ancora a due punti dal terzo posto. Sia chiaro a tutti, siamo un’ottima squadra e la Champions non è un miracolo». Così decide di parlare Lotito al gruppo a Formello, alle 12, quasi ad allenamento iniziato, il giorno dopo la sconfitta contro l’Atalanta all’Olimpico. Ci sono solo Sarri e i giocatori, nessun altro per il discorso del numero uno nello spogliatoio. La notte ha portato consiglio. La sera prima il presidente era rimasto in silenzio, si era confrontato solo con Maurizio nella pancia dello stadio. Il patron è sì arrabbiato per i troppi punti dilapidati strada facendo, ma ora contiene la sua rabbia perché sarebbe soltanto controproducente per la Lazio. E, in fondo, discorso potenzialità Champions a parte (come da comunicato post-Sassuolo), sposa la linea del tecnico sull’accaduto di sabato: «Manca un po’ di concentrazione e serenità in questo momento in cui gira tutto di traverso. È stata una partita strana con l’Atalanta, che ha trovato un eurogol all’incrocio. E sarebbe andata diversamente se Immobile avesse poi segnato». Anche Lotito sa che adesso i risultati girano intorno a Ciro. In più Sarri va sostenuto per non gettare tutto al vento.
VITTORIA D’OBBLIGO - Niente frecciate sugli stipendi pagati in anticipo, niente ramanzine ad personam o di gruppo. Il dito è puntato piuttosto sul pericolo. Un altro passo falso sarebbe letale, bisogna risollevare il morale subito. Perché quando la Lazio cade nello sconforto rischia persino di fare peggio. Il richiamo di Sarri e Lotito è un sollecito all’orgoglio, uno sprone per le prossime due gare a dissolvere tutte le nubi in Conference e in campionato. Anche se la Coppa conta, per carità, ma il ritorno al successo a Salerno è ancora più importante, anzi è d’obbligo. Già all’andata sono stati buttati proprio contro i granata due punti dei 17 persi nel secondo tempo da una situazione di vantaggio. Questo non è più ammissibile nel resto del cammino. Il presidente pretende che Sarri trovi un rimedio, ma ora giura di tornare più presente al suo fianco. Forse perché comincia a temere anche le ombre per giugno.
SIRENE E RUMORS - Non è stata presa una decisione sul futuro. Sarri o Tare, rimane il nodo. Da tempo Lotito continua a fare da paciere, prova a farli andare d’accordo, a tenerli entrambi a Formello. Per il ds c’è un triennale in bozza nel cassetto, in teoria Maurizio sino al 2025 è già blindato. Eppure il tecnico non è affatto convinto di restare se il progetto proseguirà in questo modo, ritiene incompatibile la loro coesistenza alla Lazio. Vuole vederci chiaro su cosa farà a marzo-aprile Lotito, anche perché ora altrove lo stanno già corteggiando. Gli ultimi rumors arrivano da Milano, sponda rossonera, dopo le sirene dalla Premier di Tottenham, West Ham ed Everton. Nella capitale Sarri sta benissimo, si diverte e vuole dare priorità alla Lazio, ma bisogna eliminare una volta per tutte gli ostacoli lungo il percorso, altrimenti farà un passo indietro. E d’ora in poi pretende più chiarezza su tutto. Non ha gradito nemmeno di essere stato messo con le spalle al muro da Lotito: «La società, nella figura del presidente, non ha fissato obiettivi precisi, mi ha sempre chiesto di dare tutto quello che potevamo». Forse è alle origini il malinteso. Il Messaggero/Alberto Abbate