Il Messaggero | Lazio, Immobile a vita: pronto un futuro da dirigente in biancoceleste
Lotito ha premiato Ciro per il quarto titolo di capocannoniere offrendogli già un futuro da dirigente: nel 2026, quando avrà 36 anni.
Tutta la gloria per Ciro, re indiscusso della Lazio. Persino Lotito s’inchina di fronte al suo trono. Non lo ha mai fatto con nessuno, solo per Immobile ogni anno c’è un adeguamento e un rinnovo. E infatti, due settimane fa, il patron ha offerto in gran segreto al bomber un futuro da dirigente con quattro anni di anticipo rispetto alla scadenza del contratto (2026), prolungato e adeguato a 4 milioni più bonus soltanto ad agosto scorso. Allora Ciro avrà 36 anni, potrebbe decidere di appendere gli scarpini al chiodo, e Lotito vuole avere subito la certezza di trovarlo ancora al suo fianco. Ciro non ha prezzo, c’è la stretta di mano, un patto. Alla faccia di chi dice che il numero uno abbia paura delle figure che possano offuscarlo. Immobile è il suo orgoglio. Dal suo sbarco nel 2016 ha trascinato il club, conquistato trofei e la scarpa d’oro, macinato un record dietro l’altro. Peccato che solo sulla sponda biancoceleste del Tevere glielo riconoscano. Anzi, a Formello tutti sospettano che Ciro abbia pagato a livello nazionale sulla sua pelle l’ostilità nei confronti di Lotito, anche se in Federazione smentiscono. Eppure lo stesso patron ne è certo, lo ha consolato in privato quando tutti puntavano il dito contro il centravanti per l’uscita dal mondiale con la Macedonia del Nord. Immobile ha sofferto, poi ha saltato la finalissima dell’Italia contro l’Argentina per l’infortunio al malleolo. Eppure ci ha riflettuto tanto, e ora sembra davvero convinto di dire definitivamente addio all’azzurro e al nuovo ciclo del Mancio. Lo ha confidato a Lotito, l’unico a tributargli un premio (anche economico) per l’ennesimo titolo di capocannoniere vinto. Immobile vuole dimostrargli tutta la sua riconoscenza, confermarsi il figlio perfetto, concentrarsi solo sulla Lazio.
LA LEGGENDA Eccolo il suo regno eterno, tramanderà di persona le gesta del suo mito. Già nessun italiano è come Ciro. Meglio di lui soltanto Nordahl al momento: negli anni cinquanta, lo svedese, vinse ben cinque titoli, Immobile è a quattro. La penultima volta era finito davanti a Ronaldo e Lukaku, quest’anno con 27 gol ha messo la freccia su Vlahovic e Lautaro. Nella classifica generale dei cannonieri ha staccato nomi illustri della storia del calcio sia recente che passato: Platini, Meazza, Riva, Boffi, Pruzzo. Tre titoli da capocannoniere solo alla Lazio come Beppe Signori, un idolo vivente dalle parti della Curva Nord. Nonostante il cambio di guida tecnica e il nuovo modulo, Immobile continua la sua media incredibile di reti a stagione, anzi ormai supera addirittura se stesso. Con Inzaghi si fermò a 150 gol in cinque stagioni, per una media perfetta di 30 centri all’anno. Al termine della prima annata di Sarri ha fatto meglio, segnando 32 timbri tra tutte le competizioni in ballo. Ciro è quota 182 gol in Serie A e 182 con la Lazio, Piola è da tempo dribblato. Numeri ancora più importanti se si considera che Immobile, in questa stagione, è stato costretto a saltare – fra Covid e infortuni - molte gare, comprese le ultime due di campionato.
IL VICE L’età avanza, per questo la Lazio dovrebbe comunque cercare un erede, ma è ancora presto. Immobile vuole giocare sempre, aveva indicato come vice Caputo, ma Tare non si è convinto. L’altro Ciro, Mertens, al momento pretende 4 milioni l’anno, per i giovani Pinamonti e Hudson-Odoi Inter e Chelsea chiedono troppo. Lotito aveva sondato Kevin Lasagna con l’amico Setti, ma Sarri piuttosto preferisce riprendersi Jovane Cabral, su cui ha già lavorato sei mesi da gennaio. Occhio però alle nuove pretendenti da Francia e Germania per il capoverdiano. Muriqi ha già un accordo da 2,5 milioni con il Maiorca, che prova a questo punto a giocare al ribasso sui 10 milioni di riscatto.
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