Claudio Lotito ha annunciato, al termine della partita Lazio-Milan, intervenendo presso le emittenti radiofoniche e televisive raccolte nel cuore dello Stadio Olimpico di Roma, che la Lazio si farà sentire nelle aule appropriate. Ha evidenziato che alcuni eventi si verificano da tempo. "Intendiamo far valere le nostre ragioni presso altre autorità," ha precisato, criticando una conduzione dell'incontro da parte dell'arbitro Marco Di Bello giudicata inaccettabile, la quale ha influenzato l'esito di un incontro che, per quanto riguarda la prestazione, è stato comunque favorevole per i colori biancocelesti. Il presidente della Lazio si è espresso in modo netto. La sospensione di un mese per l'arbitro brindisino non è ritenuta adeguata; desidera un'equità maggiore e sta pianificando di agire per conseguirla.

Come riportato da Il Corriere dello Sport, recentemente il dirigente della squadra romana ha contattato l'avvocato Gentile; i due hanno speso tempo al telefono cercando, senza successo, di determinare se ci fossero le condizioni per disputare nuovamente l'incontro a causa di un errore tecnico. Ciò non è possibile. Il risultato sarà convalidato dal Giudice Sportivo e non ci sarà possibilità di revisione. Così, la Lazio ha dovuto rinunciare ai tre punti, ma Lotito non ha intenzione di rimanere passivo di fronte alla situazione. Ha assicurato che intraprenderà azioni e nelle ore successive inizierà a compiere i primi passi. Potrebbe intraprendere nuove iniziative legali contro la Figc - dopo aver discusso di azioni legali nell'ottica di emulare il modello della Premier League lo scorso giovedì - o rivolgersi al Coni, al Ministero dello Sport, al Governo e persino sfruttare le interrogazioni parlamentari, sfruttando la sua posizione politica di senatore. Le strategie saranno delineate nel tempo; per ora, nel campo di Lotito regna il silenzio. Dopo le dichiarazioni di lunedì sera, si sta vivendo un periodo di calma a Villa San Sebastiano, in attesa della burrasca che verrà scatenata, sia verso le istituzioni designate sia verso altre, con l'intento di chiarire una stagione indubbiamente segnata da responsabilità collettive di squadra, staff e dirigenza, ma troppo spesso compromessa da ingiustizie arbitrali dal significativo impatto.

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