Dopo il quinto posto della stagione precedente, la Lazio rivoluziona pali e reparto difensivo, in preparazione di una stagione che vedrà i biancocelesti stupire l'intera Italia.

Le uscite

La seconda stagione dell'era Sarri nasce con esigenze di rinnovamento, considerando che la Lazio perde a parametro zero Thomas Strakosha, Lucas Leiva e Luiz Felipe: con una risoluzione consensuale lascia anche Pepe Reina, destinato a tornare in patria sponda Villareal. Oltre ai passaggi in prestito di Raùl Moro alla Ternana e a quello di Akpa Akpro all'Empoli, la Lazio lascia partire anche la propria colonna difensiva Francesco Acerbi, che sembrava essere lontano dai principi che Sarri stava cercando di importare nel proprio progetto: l'ex Sassuolo raggiunge Simone Inzaghi, conquistando nel giro di due anni uno scudetto, oltre che due Supercoppe e una Coppa Italia finale di Champions League.

Gli acquisti

E' in entrata che la Lazio rivoluziona gran parte dei suoi reparti, a partire dai propri portieri: dalla Liga arriva Maximiano, che lascia il Granada per approdare in Serie A; dallo Spezia c'è invece Ivan Provedel, che prenderà la titolarità dall'espulsione di Maximiano all'esordio casalingo contro il Bologna. Anche la fase difensiva viene quasi interamente ricostruita, specialmente per la zona centrale: dall'Hellas Verona arriva Casale, mentre da svincolato arriva Alessio Romagnoli, con Mario Gìla a completare il reparto, proveniente dal Real Madrid Castilla. 

In mezzo al campo sono due le operazioni in entrata: sbarca a Roma Matìas Vecino, già allenato da Sarri ai tempi dell'Empoli, chiamato a riscattare un passato che lo aveva visto spegnere i sogni Champions dell'Olimpico con il suo colpo di testa in un Lazio-Inter di maggio 2018. Primo acquisto di mercato fu invece Marcos Antonio, metronomo brasiliano arrivato dallo Shakhtar Donetsk: faticherà a trovare spazio, anche per una struttura fisica poco compatibile con campionato ed equilibri di formazione. In avanti è Matteo Cancellieri ad arrivare a Roma come rinforzo sugli esterni, per una strategia che non prevederà l'inserimento di un sostituto di Immobile. 

I risultati

Del ventennio targato Lotito è stata senza dubbio la stagione più esaltante assieme a quella 2019-2020, con la Lazio che in campionato raggiunge il secondo posto in classifica, vincendo i due derby e quasi ogni scontro diretto all'Olimpico: viene battuto 4-0 il Milan campione d'Italia, nuovamente 3-1 l'Inter di Inzaghi, 2-1 la Juventus. Tante le trasferte esaltanti, quali lo 0-4 di Firenze o lo 0-2 di Bergamo, per un anno in cui Maurizio Sarri conquista la scena assoluta dell'intera Serie A: portare la Lazio al secondo posto, e farlo con i continui problemi fisici di Immobile, sostituito inventando Felipe Anderson da falso nove, il tutto accompagnato da una fase difensiva da record con 21 cleen sheet

In Europa League le cose vanno diversamente, con il terzo posto di un girone che vedeva la Lazio assieme a Feyenoord, Sturm Graz e Midtjylland. La discesa in Conference League conduce all'eliminazione con l'AZ Alkmaar, dopo aver eliminato invece il Club nel turno precedente. Troppo corta la rosa per pensare a obiettivi molteplici, con ogni discorso in merito chiuso con lo strabiliante secondo posto ottenuto.

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