ROMA - "Sono molto contento dell'impatto che ha avuto Baroni sulla Lazio, c'era molto scetticismo, ma penso che meritava questa opportunità per tutta la gavetta che ha fatto e per i campionati importanti che ha fatto in piazze difficili e salvezze clamorose".

Stefano Fiore fa un primo bilancio della Lazio 2024/2025 a margine della giornata finale della Mediolanum Padel Cup, in corso al Villa Pamphili Padel Club di Roma, dove ha disputato (vincendo) il "derby" di padel con Di Canio, Perrotta e Candela.

"La Lazio era all'anno zero, sono partiti tutti gli uomini simbolo, e c'era bisogno di cambiare. E' un progetto che mi piace e che può portare a qualcosa di buono", continua Fiore.

L'ex centrocampista biancoceleste dice poi la sua sul "bel gioco" che sta prendendo piede in campionato grazie ad allenatori come Baroni o Thiago Motta:

"Storicamente siamo molto pragmatici, con le squadre di club e con la Nazionale l'abbiamo sempre spuntata facendo una buonissima fase difensiva e poi con i campioni che avevamo davanti e che tutti ci invidiavano. Il calcio ora è cambiato, la Nazionale in diverse occasioni non ha fatto benissimo, e serve rifondare ripartendo dalle basi. E' positivo che ci siano allenatori che propongono idee nuove, come il gioco palla a terra, quindi ben venga. Ma teniamoci anche le nostre caratteristiche che ci hanno portato a vincere il Mondiale".

Nazionale e attacco: il parere di Fiore su Mateo Retegui

Riguardo proprio la Nazionale e i suoi giocatori in attacco, l'ultima riflessione di Fiore è su Mateo Retegui:

"Sta sfruttando il gioco offensivo e propositivo dell'Atalanta ma già a Genova aveva fatto vedere cose buone. In questo momento è imprescindibile per la nazionale".

 

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