L'ex fisioterapista della Lazio Valerio Caroli: "Il 26/05 è come la data di un compleanno, un matrimonio. Il momento più esaltante della mia carriera"
10 anni dalla fantastica vittoria in Coppa Italia della Lazio contro la Roma, un trionfo che rimarrà in modo indelebile nella storia dei derby di Roma. Il gol di Lulic al 71esimo minuto è storia, il sigillo nel derby più importante della storia è divenuto uno dei momenti più importanti nella storia biancoceleste. Per ricordare quei momenti è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it l'ex responsabile fisioterapia della Lazio, in biancoceleste dal 2012 al 2020 e attuale responsabile fisioterapia della Ternana, Valerio Caroli.
Nel 2013, peraltro la tua prima stagione alla Lazio, si è raggiunto un obiettivo di grandissima importanza: la Coppa Italia contro la Roma. Che ricordi hai di quella vittoria?
Ho un ricordo entusiasmante e di grande esaltazione personale, perché facemmo una grande stagione con grandi calciatori che avevano ambizioni e ci ritrovammo a vivere questa finale di un'importanza altissima sia per la tifoseria, il club e la squadra. Era una finale che era un derby, ma anche un accesso alle Coppe. Una partita in cui ci si giocava tantissimo, si può immaginare quanto coinvolgimento potesse creare un evento del genere, uno dei momenti più esaltante della mia carriera.
Senti ancora l'emozione di quella vittoria?L'emozione di una vittoria del genere non si dimentica. 26 maggio2013, rimane una data indelebile, come la data di un compleanno o di un matrimonio, qualcosa che ha fatto la storia e rimane nella storia, non si può cancellare. Rimane nella nostra memoria e nei curriculum di vita.
Avevate la percezione che qualcosa fosse cambiato dopo quella vittoria?Quando ci trovammo a vivere questa finale si sentiva che qualcosa era già cambiato. Sentivamo tutti la grande responsabilità e il grande desiderio di riuscita. La società ci portò in ritiro a Norcia per stare insieme e condividere ogni secondo che anticipava la gara insieme, guardandoci negli occhi. Fu una settimana bellissima, nonostante fosse la fine del campionato. La stanchezza di una stagione non l'abbiamo minimamente sentita. Abbiamo lavorato bene, ognuno aveva un trasporto importante e noi fisioterapisti ci eravamo divisi i compiti. Nel pre-gara io massaggiai Hernanes, Romano massaggiò Ledesma, Carlo Zaza massaggiò Gonzalez e dulcis in fundo Stefano Sistilli massaggiò Senad Lulic. Dunque anche dalle sue mani passa questo successo. Poi rientrammo a Formello per la notte prima della partita e la mattina a colazione con Candreva, con cui ho condiviso molti momenti in quel periodo, ci guardammo negli occhi e leggendo il giornale abbiamo detto che il giorno dopo ci saremmo stati noi in prima pagina.
Un tuo ricordo dei tuoi anni passati alla Lazio?Di ricordi ne ho tanti, ma se posso permettermi di dirlo, avendo vissuto Formello a 360 gradi, perché vivevo lì praticamente e assistevo a tutte le movimentazioni della società, della squadra e dell'ambiente, e devo dire che i tifosi hanno in grande patrimonio che è la SS Lazio e la SS Lazio ha un grande patrimonio che sono i tifosi. E' un ambiente che ti trascina e ti dà un grande orgoglio e stimolo. Quando lavori per quella società e quella gente è molto più che un semplice lavoro, è una missione sportiva. Devi garantire grandi risultati per una tifoseria a cui devi garantire le giuste emozioni e i giusti risultati. Devo dire che la società ha fatto una crescita esponenziale. Di recente ho parlato anche con il presidente che mi ha raccontato gli ultimi progetti realizzati all'interno del centro sportivo, qualcosa di incredibile. In Italia sono poche le società che possono vantarsi di avere una gamma di servizi di questo tipo. Una società gloriosa e un ambiente glorioso com tifosi fantastici. E' una famiglia bellissima sia quando la vivi dentro che quando la vedi da fuori. Faccio un grande in bocca a lupo a tutti e ringrazierò sempre Lulic di averci permesso di portare questo ricordo sempre con noi.