Una grande Lazio quella che si è vista mercoledì scorso in Champions League contro il Bayern: mostruosa solidità, grande attenzione a ogni minimo dettaglio difensivo e non. Una partita portata a casa contro una delle squadre migliori in Europa: non è un caso che il Bayern sia secondo per raking UEFA. Una vittoria che avrebbe dovuto donare un entusiasmo che avrebbe potuto colmare il vuoto delle assenze com cui ha a che fare la squadra di Sarri. 

Mancato entusiasmo e (dis)attenzione al millimetro 

Si può pensare alla gara vinta contro il Bayern, ma anche a diverse altre situazioni che lo scorso anno, complessivamente, hanno fatto la fortuna della squadra di Sarri: Napoli una su tutte. Eppure questa attenzione al millimetro in alcune situazioni sembra mancare. Il gol preso da Zirkzee quest'oggi, senza fare cenni al gol del pareggio dove il disastro è evidente, pone un immobilismo completo della difesa, che quasi non sembra accorgersi dell'attaccante che ha poi insaccato. Eppure… non si può dimenticare quanto fatto dai biancocelesti in Champions League. Ma nemmeno chiudere un occhio per questi svarioni. Come si cura questa ambivalenza? E' giusto parlare ancora di cilindrata mentale? Sono molti i quesiti che sorgono nel momento in cui si pensa alle due prestazioni fornite nel giro di pochissimi giorni. 

Due identità

Due facce che non coincidono: ma la partita era ache iniziata bene. Il pressing era ben fatto, profondo e continuo. Un primo tempo fatto di occasioni per i biancocelesti, due colte (una in fuorigioco) e altrettante fallite. Ma anche di buon possesso palla e fraseggi importanti. E' bastato un errore di un secondo per rovinare tutto. Un secondo che rischia di rimanere sul groppone. Anche perché l'idea di una Lazio concreta lascia spazio a una squadra molto diversa da quella appena vista poco prima: un pressing non pungente, una serie di fraseggi che non portano a nulla di concreto e una disattenzione che, senza grossi rischi per tutta la gara, porta anche a subire il gol della sconfitta. Una situazione, di fatto, inimmaginabile il cui unico ricordo inerente ai biancocelesti rimarrà quanto fatto negli ultimi minuti, dove una serie di palloni confusi non hanno destato alcun pericolo nell'area avversaria. 

Azzardato parlare, quindi, di due identità diverse, anziché di un diverso atteggiamento? Forse si. Quello che è sicuro, e che rimane inspiegabile, è come possano succedersi gare, sin da inizio stagione, che mettono in mostra due square antistanti. 

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