ESCLUSIVA | “Fuorigioco”, prefazione di Failla che racconta Signori: “Folletto imprendibile, campione, uomo onesto. Il corteo dei tifosi della Lazio? Chapeau”
Dopo anni di silenzi, Giuseppe Signori torna a parlare. Basta illazioni infondate, “match fixing”, supposizioni e menzogne. L’ex attaccante di Lazio, Bologna, Foggia e della Nazionale italiana, accusato di calcioscommesse, non voleva rimanere nel grigiore di una prescrizione ed oggi grida al mondo intero che è una sentenza: il fatto non sussiste. A distanza di oltre 10 anni, l’idolo di numerose generazioni di sostenitori biancocelesti e non solo, si è raccontato nel suo libro autobiografico “Fuorigioco, perde solo chi si arrende”, uscito martedì e già letto da numerosi tifosi. A prendere parte a questo emozionante “resoconto”, che chiarisce definitivamente la posizione di Beppe gol, è stato il noto giornalista e commentatore Rai Fabrizio Failla, il quale ha avuto il compito di scrivere la prefazione ed aprire così le danze di uno dei racconti più attesi da tutti gli innamorati del 3 volte capocannoniere della Serie A. Una storia che ogni appassionato di calcio aspettava di leggere, che vuole essere una sorta di liberazione per uno degli attaccanti più forti e prolifici del calcio italiano . Il telecronista sportivo volto di “Dribbling”, in esclusiva ai microfoni di LazioPress.it, ha parlato del bomber e dell'uomo, nonché suo amico, beniamino dei laziali e non solo: “In questo mondo passare dall’essere un mito all’essere visto come un reietto è facile, ma lui ha avuto la giusta forza”.
Giuseppe Signori si è raccontato dopo lungo tempo. Com’è stato scrivere la parte iniziale di un libro così atteso?
“Avevo già avuto la fortuna di averlo ospite a Dribbling per gli Europei ed in quell’occasione parlò per la prima volta dell’accaduto: era il giorno dopo la sua riabilitazione nel calcio. Siamo amici, per me non è stata una novità quella letta nel libro anche se la crudezza e la sofferenza che esprime sono una schiaffo in faccia a chi gli ha fatto male. Beppe è stato condizionato anche fisicamente dal grande dolore che ha provato. E’ stato un piacere ed un onore scrivere il mio pensiero su un libro di denuncia: è un labirinto in cui qualsiasi cittadino, senza alcuna responsabilità, può trovarsi. Sono quelle vicende in cui quando ci sei dentro ti sembra di impazzire, come ne “Il castello” di Kafka. Non sono incubi, purtroppo; c’è l’inversione della prova: non è l’inquirente che dimostra che sei colpevole, ma sei tu che devi dimostarti innocente, nonostante nessuno ti abbia mai tirato in ballo. Per me è stato coinvolgente perchè conosco la sua onestà e la sua storia, così come l’uomo prima ancora che il campione. Mi ha lusingato scrivere la prefazione; ci vogliamo bene”.
Ha rinunciato alla prescrizione per andare avanti, come si legge nella prefazione stessa, “finché il sole non sorge”. E’ questo il giusto finale per un campione che non voleva lasciare dubbi sulla sua innocenza?
“Lo meritava il campione ma anche l’uomo. Che si voglia ingigantire una puntata alle scommesse, che tra l'altro poteva tranquillamente fare, definendolo il capo di una macchinazione è una balla colossale. Purtroppo a volte se ti chiami Signori tutto viene amplificato, poi le assoluzioni e le prescrizioni arrivano dopo tanto tempo ma in mezzo c’è un uomo. Complimenti per il fatto di aver rinunciato alla prescrizione e complimenti anche all’avvocatessa ed alla moglie Tina che gli sono sempre stato vicine, trovando il modo di rinvigorire una persona allo stremo delle forze. Amore e tenacia sono state le parole chiave in questi anni. Ed i figli sono stati uno dei motivi per cui non ha mollato, per loro non voleva terminasse tutto con la prescrizione: questa sua scelta di uscirne a testa alta non tutti l’avrebbero perseguita”.
Nel libro si parla di “triplice fischio”. Com’è Signori dopo questi 10, interminabili, anni?
“Ho trovato come un uomo che finalmente ha voltato pagina e si è impossessato della sua vita. Un uomo che può tornare nel mondo del calcio da cui era stato estromesso. Quando è stato ospite da me per gli Europei era una persona sorridente; quando ti togli un peso così grande assapori la felicità momento per momento. Ha allontanato falsi amici, il suo telefono a lungo è stato muto, è stato evitato: io non avevo prove ma conosco lui, ero certo che nulla potesse andare a macchiare la sua anima. E’ stata una gioia incredibile archiviare il tutto e sono orgoglioso che ne abbia parlato in primis da me in tv ma anche che mi abbia affidato la sua prefazione”.
Un idolo per tante generazioni che finalmente potrà tornare in campo da allenatore e togliersi numerose soddisfazioni...
“Ha il diritto di cimentarsi in questo ruolo. Ha studiato, ha esperienza, vuole iniziare dalla gavetta. Anche in panchina sarà il campione che conosciamo. E’ una persona perbene. Se uno ha la fortuna di conoscerlo ed entrare nel suo cuore, basta essere onesti per farlo, scopre un mondo fantastico”.
E il Signori calciatore come possiamo descriverlo?
“Un folletto imprendibile che riusciva a realizzare qualcosa che apparteneva ai Superman, anche se non aveva un fisico da Superman”.
Nel libro, come spesso fa con orgoglio, Signori cita il corteo dei tifosi della Lazio scesi in piazza al fine di bloccare la trattativa per la sua cessione al Parma. Come si spiega questo legame con i sostenitori laziali?
“Io ho vissuto anche Firenze al tempo di Baggio: sono state due situazioni diverse sia sotto il profilo dell’irruenza che nell’esito. Roberto era già stato venduto ma anche lui mantenne rapporti con la città come Beppe fece con Roma, anche quando fu mandato via. Quando un uomo entra nel cuore degli sconosciuti non solo per i comportamenti in campo, chapeau. Non sono mai scontati questi riconoscimenti”.
Dalla Lazio di ieri a quella di oggi: un parere sulla squadra di Sarri?
“Discontinua, il gioco del mister di vede a tratti. Io sono un suo estimatore ma sembra non ci sia feeling per la campagna acquisti. Lui è uno che insegna calcio e fa divertire, ma gli devi dare l’opportunità. Se prendi lui, devi dargli giocatori funzionali al suo gioco, non necessariamente fuoriclasse, e non gli puoi chiedere di adeguarsi ai calciatori altrimenti si rompe tutto. Io punterei su Sarri e attendo con ansia che firmi il rinnovo: aspettiamo la fine della stagione, è molto orgoglioso e ha mercato quindi non puoi pensare di tenerlo senza garanzie”.