Il Tempo | Alla ricerca della Lazio perduta
Un altro confronto, un’altra ora a parlare, a spiegare gli errori, a cercare di capire le posizioni da tenere sul campo. Quei 29 gol incassati in 15 partite di campionato, una media di quasi due a partita, certificano il nono posto attuale della Lazio. Ma se non allarma il paragone con lo scorso campionato (sei vittorie, quattro pareggi e cinque sconfitte, 22 punti in classifica della banda di Inzaghi), preoccupa soprattutto la mancanza di equilibrio. Troppi gol presi in ripartenza, troppe disattenzioni compresa quella fatale al 99’ quando nessuno ha accorciato su Arslan al limite dell’area concedendogli il tiro che ha rovinata la rimontona contro l’Udinese. Tutti schiacciati verso la porta di Reina rimasto fermo senza nemmeno abbozzare una risposta. Il portiere spagnolo ha risposto alle critiche di molti tifosi che stanno raccogliendo firme per far giocare Strakosha, con un messaggio sui social: «Dispiace il momento, accetto le critiche e guardo avanti. Certamente non si molla, non l’ho mai fatto in vita mia, solo con il lavoro a testa bassa e umiltà se ne viene fuori». Rimane, però, la sensazione diffusa che la trasfusione di sarrismo non stia dando gli effetti sperati, che serva qualcosa per trovare una mediazione tra le idee del tecnico e le caratteristiche di molti senatori. Difficile pensare a una deroga allo spartito, il 4-3-3 non si discute ma qualche accorgimento tattico appare necessario, magari tirando la squadra indietro di una ventina di metri in modo da dover coprire meno campo. Inutile spremere Milinkovic e Luis Alberto in un lavoro massacrante di pressing che, se non portato tutti insieme, da improduttivo diventa dannoso sbilanciando la squadra. Meglio cercare di difendere più bassi come accaduto contro Roma e Inter, non a caso due delle migliori partite di questa stagione. Lotito ci è rimasto male, si aspettava una rivoluzione più veloce ma crede in Sarri, il rinnovo resta a un passo (fino al 2024, con opzione di un ulteriore anno), ma ci vorrà tempo e pazienza almeno due o tre sessioni di mercato. Infatti, sono previsti al massimo due innesti a gennaio (partiranno Vavro, Jony e si spera Muriqi) mentre sono cinque i giocatori che arriveranno nella prossima estate quando ci sarà la vera rifondazione. Del resto più volte Sarri ha parlato di anno di transizione anche se, in fondo, pure lui si aspettava di trovare meno difficoltà soprattutto dopo i segnali positivi di inizio stagione. Ma è già tempo di pensare alla Samp per provare a migliorare una classifica inguardabile. Ancora una volta avversari con due giorni in più di riposo, ma serve una svolta, quella sfiorata nella ripresa di giovedì notte. IlTempo\Luigi Salomone