ESCLUSIVA | Federica Lenzini sul nonno Umberto: "Finalmente è arrivato un riconoscimento. Noi nipoti siamo lazialissimi, io sono passata dalla Tribuna d'Onore alla Curva Nord"
Ieri c'è stata l'inaugurazione del parco a Boccea per Umberto Lenzini, storico presidente della Lazio del '74. La nipote Federica ha parlato ai microfoni di Laziopress.it delle emozioni che ha provato nel vedere finalmente un riconoscimento per suo nonno: "Dopo trentasei anni, finalmente, il riconoscimento è arrivato. Tardi, ma è arrivato." Federica ci ha raccontato di quel momento in cui trentasei anni fa suo nonno, malato da tempo, è venuto a mancare: "Ho sofferto tanto. Due settimane prima che morisse, lo vidi che stava male, aveva il diabete. Ero molto arrabbiata perché era stato lasciato solo, gli chiedevo dove fossero finiti tutti a parte i soliti noti rimasti sempre accanto a lui, come Wilson, Martini, Giordano. Lui mi tranquillizzava dicendomi “non ti preoccupare, c’è tanta gente che mi vuole bene”. Nonno poi è mancato dopo una settimana. Ero arrabbiata, ma poi al funerale ho visto il delirio con tantissimi tifosi. Lì il cuore mi si è riempito."
All’evento si è mostrata commossa dalle parole di Oddi nei confronti di suo nonno. Che rapporto c’era tra lui e i suoi giocatori?
Mi sono molto commossa alle parole di Giancarlo. Sono molto legata a tutti i giocatori della Lazio del ’74 e ha detto la verità. Mio nonno era una persona molto generosa e si è letteralmente rovinato della Lazio. Fa parte di un calcio che non c’è più. Il fatto che portasse persone anche sconosciute in trasferta, la sua generosità, il suo modo di vivere un calcio romantico… Mi ha commosso molto, io queste cose le ho vissute. Ho vissuto sia le cose belle che le cose brutte, come quando è stato lasciato solo.
Sappiamo che lei e la sua famiglia si sono battuti molto per questa targa. Può raccontarci di più su come è nata questa iniziativa?
L’iniziativa è nata quando mio cugino fece un post un po’ di tempo fa in cui si lamentava che ancora non ci fosse una strada, una via, un parco dedicato a mio nonno. Così il mondo Lazio di un certo tipo, tra cui Guido De Angelis, l’assessore Onorato e tanti altri si sono mobilitati per portare a termine questa iniziativa, riuscendoci.
Si dice sempre che la lazialità viene tramandata di padre in figlio, anche se in questo caso sarebbe di nonno in nipote: che rapporto ha la sua famiglia con la Lazio e la fede biancoceleste?
Tutti noi nipoti siamo lazialissimi. Io sono passata dalla Tribuna d’Onore con la famiglia Lenzini alla Curva Nord, infatti quando vado allo stadio vado lì. Oggi erano presenti sia persone del ’74 sia i ragazzi della Curva, della vecchia e della nuova guardia, tifosi di una certa età e anche ragazzini. Mi sono emozionata molto, c’era anche mia zia, la figlia di nonno Umberto, che non vedevo da tempo e tanti altri della famiglia. Sono stata davvero tanto contenta.