Il Messaggero | Lazio, la carta privata di giugno torna di moda: Ilic e Zielinski per il dopo Luis e Milinkovic
Nessun ritardo, stavolta prontissimo e puntuale in campo. Luis Alberto scaccia i rumors con l’atteggiamento giusto. Alla ripresa a Formello, dopo due giorni di riposo, corre a perdifiato, reclama palloni, sembra indemoniato. Eppure è finito il campionato. Forse è la rabbia perché si sente sempre il capro espiatorio, forse segue i consigli del suo entourage, che un paio di settimane fa ha incontrato in gran segreto Lotito per capire le intenzioni della Lazio. È lecito, al Mago non va giù di essere diventato un comprimario, figuriamoci le 6 panchine nelle ultime 8 gare, e un derby in cui è uscito infuriato. La sera prima, in ritiro a Formello, Sarri ne aveva richiesto espressamente la cessione a gennaio, salvo poi rilanciarlo con Milinkovic e Immobile ai box. I senatori della squadra avevano parlato in disparte con Luis Alberto, chiedendogli di mettere da parte nella stracittadina il suo rapporto gelido col tecnico. Adesso però siamo di nuovo punto e a capo: Sarri non si fida più dello spagnolo, che comunque sta facendo il suo dovere come concordato. Lotito lo difende perché non ha nessuna intenzione di svenderlo: «È forte», continua a ribadire, pur avendo subito in passato sulla propria pelle le invettive dello spagnolo. Come dargli torto, Luis Alberto ha sì 30 anni, guadagna 2,5 milioni più bonus, ma rimane un patrimonio: il Siviglia in estate lo ha illuso e ora la Lazio non ha intenzione di cadere di nuovo nel tranello. LA “VECCHIA” CARTA PRIVATA - A giugno era arrivata dall’Andalusia, tramite l’entourage, un’offerta informale di prestito con diritto di riscatto a 16 milioni (il 20% al Liverpool), ci sarebbe una riapertura a gennaio di fronte allo stesso scenario? Chissà, ma al momento non risolverebbe comunque il problema dell’indice di liquidità, altro motivo per il quale Sarri chiede il sacrificio dello spagnolo, per puntellare la rosa con pedine più funzionali al suo gioco. Le priorità restano un terzino sinistro (Parisi più di Valeri) e un vice-Immobile (sogno Rafa Silva), ma così tutto rischia di essere rinviato a giugno. Il primo problema non verrà certo risolto con il ritorno, a sorpresa, di Fares ieri in gruppo. Il secondo, invece, può diventare doppio a fine stagione nel caso in cui Pedro decidesse di far ritorno a casa (magari part-time proprio al Barcellona o alla Canarie) come scelta di vita, nonostante il rinnovo biancoceleste di un anno già sul piatto. L’ex giallorosso, fedelissimo voluto da Sarri alla Lazio, è molto amico proprio di Luis Alberto, ma nemmeno lui è riuscito a intermediare in un feeling mai sbocciato fra il tecnico e il Mago. In estate Maurizio aveva già deciso di sostituirlo con Ilic a centrocampo, progetto solo rimandato. Così come l’unico altro nome mai tagliato nella famosa “carta privata”, sottoscritta anche da Immobile a giugno: Zielinski (corteggiato sempre dalla Premier) dipende ancora Milinkovic, ecco perché Sarri ha fretta di conoscere il futuro del serbo. Perché pensa a questo campionato, ma anche al prossimo. La sua Lazio viene prima di tutti e tutto. Il Messaggero/Alberto Abbate