Delio Rossi, Pioli, Inzaghi, Sarri: la storia si ripete. Il salto di qualità passa dalla società
Con la sconfitta all’Allianz Arena la Lazio abbandona il suo cammino nella Uefa Champions League, ma lo fa a testa altissima con 4 vittorie, 1 pareggio e 3 sconfitte, ma soprattutto regalando tante, tantissime, emozioni ai suoi tifosi. Ora bisognerà concentrarsi sul campionato e sulla Coppa Italia ed è necessario dire fin da subito, che ambedue i percorsi saranno ardui con il mese d’aprile che risulterà decisivo per la stagione, quando si incontreranno in poco più di 20 giorni: tre volte la Juventus ed il Derby.
Il cammino in Campionato non è stato senza dubbio convincente come ammesso dallo stesso Sarri nella pancia dell’Allianz Arena di Monaco, quando in conferenza ha detto: “ora in campionato c'è da fare di più, perché abbiamo fatto meno del nostro potenziale”. Dopo la trionfale stagione dello scorso anno con gli uomini di Maurizio Sarri, che hanno chiuso secondi solo dietro al Napoli dei miracoli di Luciano Spalletti, il campionato corrente sta deludendo le aspettative. Tuttavia l’alternarsi di una buona stagione che culmina con il piazzamento in Champions, cui segue poi una stagione deludente sta diventando purtroppo un leitmotiv della gestione Lotito.
I PRECEDENTI: Era già successo la prima volta sotto la guida tecnica di Delio Rossi nella stagione 2007/08 con la precedente stagione chiusa al terzo posto, piazzamento che valse l’accesso ai preliminari di Champions League che la Lazio superò andandosi a qualificare per la fase a gironi. Il campionato 2007/08 dopo la grande stagione dell’annata precedente si chiuse con un 12° posto in classifica, le semifinali di Coppa Italia raggiunte e l’eliminazione ai gironi di Champions League. Troppo poco per una Lazio che era tornata a calcare palcoscenici europei importanti dopo l’era Cragnotti
L’altro caso si verificò sotto la gestione Pioli quando nel 2014/15 la Lazio arrivò terza in campionato dopo una grande cavalcata e sulle ali dell’entusiasmo, a ciò segui un’estate turbolenta con uno spogliatoio che si spaccò dopo che la fascia di capitano fu assegnata a Lucas Biglia e non ad Antonio Candreva, inoltre il mercato fu ritardatario con la Lazio che andò a giocare la doppia sfida, poi persa, contro il Bayer Leverkusen valida per i preliminari di Champions League con solo Keita punta centrale. La stagione 2015/16 si concluse all’ottavo posto con l’esonero di Pioli dopo il derby perso e la squadra affidata a Simone Inzaghi per le ultime partite di campionato.
Nel 2019/2020 la Lazio, sotto la guida di Simone Inzaghi, fu interrotta solo dal COVID in un’annata che tutti ricordano, che vedeva la Lazio contendersi lo scudetto, poi vinto, con la Juventus targata Maurizio Sarri. Quella stagione che si interruppe a marzo e fu ripresa poi in estate fu conclusa dalla Lazio al quarto posto, che valse l’accesso diretto alla Champions League. Anche in questo caso il mercato fu a dir poco deludente con acquisti del calibro di: Muriqi, Fares e Vavro ed inevitabilmente la stagione successiva non fu entusiasmante, conclusa poi al sesto posto con il famoso salto di qualità ancora una volta rimandato.
L’ultimo caso è proprio quello della Lazio attuale di Maurizio Sarri, che dopo una grande stagione come quella dello scorso anno, fatta eccezione per il percorso in Champions League rischia di chiudere nell’anonimato questo campionato.
La Lazio sembra dunque essere arrivata al suo apice. Con questa gestione societaria, sono i dati a dirlo, la Lazio è destinata a continuare su questa falsa riga, alternando buone stagioni, cui poi seguiranno altre deludenti. L’unico modo per migliorare sarebbe cambiare modus operandi cominciando ad investire veramente per poter confermare per alcuni anni consecutivi la qualificazione in Champions aumentando introiti e denaro, che porterebbero la Lazio ad uno step successivo. Fino ad allora la Lazio è destinata a pagare il biglietto per un giro infinito sulle montagne russe.