Un nome che la Nord canta ancora a gran voce durante le partite, un beniamino che con la maglia della Lazio ha giocato dal 1989 al ‘92, facendosi strada a suon di gol, fino a diventare inamovibile: Rubén Sosa è sicuramente uno degli attaccanti più rappresentativi della storia laziale e, da addetto ai lavori, spezza una lancia a favore di Ciro Immobile.

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La Lazio ha due volti, è determinata in Champions e fatica in campionato: che succede? «Sono tornei diversi, per migliorare in Serie A l’allenatore deve conoscere bene anche i nuovi arrivati. La massima competizione europea porta inevitabilmente altre motivazioni, sono gare che guardano in tutto il mondo».

Il rendimento di Immobile non è il solito, da cosa dipende? «Non si può contestare. È il capitano e il bomber. Per noi attaccanti è così: a volte la palla non entra neanche se la colpisci perfettamente, altre invece segni pure sfiorando il pallone. A lui non gli si può dire niente, è un valido calciatore».

Come supera un momento no un attaccante? «Non sempre si può fare gol, a volte manca anche la fortuna. Ciro va lasciato tranquillo perché le reti torneranno. Quando la squadra perde il primo imputato è sempre l’attaccante. Serve solo pazienza».

In estate sono arrivati innesti che aumentano le scelte offensive: sono i profili giusti? «Sì, la Lazio aveva bisogno di cambi all’altezza. Ora si deve lasciare lavorare il mister per rendere tutti funzionali, ha una bella squadra».

Dopo questo avvio, che ambizione può avere la Lazio? «L’Europa. Ormai è una squadra forte, deve arrivare ai primi posti, la società ha lavorato per questo. I biancocelesti risaliranno la classifica. Guardo sempre la Lazio e dico ai tifosi di stare tranquilli: io sono arrivato a Roma quando la situazione era difficile, oggi il club è rispettato ovunque».

Come riportato da Il Tempo

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