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Fabrizio Patania del “Corriere dello Sport” è intervenuto ai microfoni di Radiosei, facendo un punto sulla Lazio di quest'anno e sul tema di questi giorni “le spese crescenti” citate dal presidente Claudio Lotito.

Il tuo pensiero della Lazio di quest'anno

Vorrei che si parlasse di calcio, invece non si perde occasione per ripiombare nelle solite polemiche come ha fatto ieri Lotito. 
Mi auguro che i risultati siano migliori dalle sue parole, faccio fatica a pensare che le cose possano cambiare. Servirebbe un altro tipo di rapporto tra società e tifosi, Fabiani si sta impegnando davvero a spiegare il mercato. Lo inviterei, però, ad essere più sincero su alcune questioni. Meglio una brutta verità piuttosto che una bella bugia. Tanto poi il lavoro verrà, eventualmente, premiato dal campo, ma serve una buona dose di umiltà da parte della dirigenza. La Lazio, per numero di abbonati, è la quarta della serie A. Il pubblico della Lazio è da Champions, la società deve dimostrarlo. Se il pubblico, dopo tanti anni è insoddisfatto, è tempo che se ne rendano conto. Non c’è da alimentare la polemica, se sei il presidente di una società importante devi portare allo stadio uno spettacolo di primo ordine.

Le ‘spese crescenti’ citate da Lotito ed il futuro della Lazio? 

E’ una brutta verità. La scorsa estate è terminato un ciclo, ogni tanto serve fare entrare un po’ di aria fresca. Detto questo, ci sono dei parametri che impongono un certo tipo di rapporto costo-ricavi e per questo era fatale tagliare il monte-ingaggi. Se Sarri si dimette, se Immobile decide di andare via, se Luis Alberto parte, per la Lazio è un risparmio. Quale è l’alternativa a tagliare i costi? Fare un aumento di capitale. C’è chi lo fa e chi non lo fa e chiaramente Lotito non si può obbligare a farlo.

 

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