Il Messaggero | Lazio, il destino in mano a Felipe
Se il buongiorno si vede dal risveglio sardo, allora una notte Felipe può sconvolgere un destino apparentemente segnato. Non solo il suo, ma anche quello della Lazio agli ottavi di Champions. La Juve ha un accordo in standby da novembre (non ancora firmato, a 4 milioni a stagione) con la sorella-agente Juliana per accoglierlo a giugno a parametro zero, ma il club biancoceleste da due mesi si sta inserendo nell’indecisione di Anderson, gli sta facendo il lavaggio del cervello, è certa di potergli ancora strappare il rinnovo proposto a settembre, a 3,5 milioni fino al 2027 (con opzione 2028). Firmerà prima Provedel il prolungamento, non è ancora fissato un nuovo appuntamento per il brasiliano: Lotito e Fabianivogliono attendere almeno il trittico Bayern-Bologna-Torino, prima di risedersi a un tavolo con il suo entourage e sferrare l’ultimo tentativo/affondo.
Prendono tempo perché sono convinti che Felipe desideri restare a Formello, ma anche perché vogliono testare quanto effettivamente possa essere ancora dentro un progetto futuro. Nella prima parte di campionato il brasiliano ha un po’ deluso, nonostante sia stato decisivo con gli assist contro Napoli, Torino e Atalanta, e appena un centro col Sassuolo. In questo 2024 non sta ancora brillando come l’anno scorso, ma con Lecce e Cagliari perlomeno è tornato a lucidare il suo nome sul tabellino. Tre reti quest’anno, a 30 anni (il 15 aprile, 31) Felipe cerca ancora il primo centro della sua carriera in Champions.
Pregate che la moglie Lohanne faccia un altro video motivazionale con la piccola Helena vestita col completo della Lazio: «Papà, un gol», la richiesta di sabato scorso. Oggi la figlia compirà tre mesi, merita un altro regalo. Una firma d’autore agli ottavi contro il Bayern Monaco sarebbe un tripudio. Felipe deve riconquistare i tifosi, spegnere ogni mugugno sul suo conto e trasformarlo in un boato dell’Olimpico stracolmo (già raggiunta quota 55mila spettatori, 3500 tedeschi), completamente diverso da quel deserto degli ottavi – causa Covid, stadio chiuso – del ko del 2021. Allora Anderson non c’era, era finito nel dimenticatoio al Porto, sarebbe tornato a Formello pochi mesi dopo. Rilanciato da Sarri che, già privo di Zaccagni, punta tutto sul brasiliano ed è pronto a schierarlo domani per la 131esima volta di seguito. Giù le mani da Anderson, Mau lo coccola e non rinuncia mai al suo talento, sia pure discontinuo. Per questo l’impressione è che il futuro di Felipe sia in qualche modo legato anche alla permanenza del tecnico.
ESAME - Aggrappati ai sorrisi dell’Unipol Domus, ai sei tiri nello specchio. Bisognerà sfruttare gli ampi spazi lasciati dal Bayern dietro, tuffarcisi dentro. Sarri è stato chiaro il gruppo lunedì, oggi ribadirà il concetto: «Affrontiamo una squadra mostruosa ma dobbiamo divertirci, e magari viene fuori qualcosa di bello». La Lazio non ha nulla da perdere domani sera, ma deve dare tutto. Alzare il livello può essere propedeutico anche per la Juve in semifinale di Coppa Italiae il resto del campionato. Le ultime prove incolore sono arrivate solo contro squadre più forti o di pari rango: Atletico, Inter (2 volte) e Atalanta, più il pareggio contro il Napoli all’Olimpico. Ecco perché un’impresa contro il Bayern può cambiare il destino della Lazio, non solo quello di Felipe Anderson. Il Messaggero