Kozak: "Lazio non si può spiegare, si deve vivere. Reja fu decisivo…"
Libor Kozak è intervenuto questa mattina nel corso di Cronache Laziali, programma radiofonico in diretta su Radio Roma Sound
Le parole di Libor Kozak
Ancora sto giocando, sono tornato a casa nella squadra dove è cominciato tutto, l’Opava. Ricordi più belli con la Lazio? Dirne uno è difficile, ce ne sono tanti: il primo gol, la vittoria della Coppa Italia… Capocannoniere in Europa League? È stato un anno dove facevo gol in ogni partita. Avevo la fiducia di mister e compagni“.
Cesena-Lazio 2-3?
Un po’ di tempo fa è uscito un video di quella partita, è stata la partita più emozionante, perché perdendo 2-0 in dieci e poi vincere segnando il gol decisivo è stato molto forte.
L'allenatore con cui mi sono trovato meglio?
L’allenatore con cui ho avuto un rapporto migliore è stato Edy Reja. Mi ha trasformato. Quando sono tornato dal Brescia ho fatto un precampionato buono, dovevo andare in prestito ma lui mi ha visto bene e mi ha voluto tenere in squadra.
Ruolo del centravanti
Uno con le mie caratteristiche nella Lazio attuale farebbe la riserva. Il calcio è cambiato, e ora che ho 35 anni lo sto vedendo. Prima ogni squadra giocava su un solo attaccante. Ora deve essere veloce e pressare. Tutto si è molto più velocizzato.
Lazialità?
Per me è stata una cosa forte. Sono cresciuto a Roma, anche se non sono italiano, come calciatore e come uomo. La Lazio è stata per me nella vita e nella carriera decisiva. È un legame forte. Ho bei ricordi e per me è rimasta attaccata al cuore. Ogni volta che posso torno per vedere le partite e provo a seguirla sempre. Con tanti ragazzi sono ancora in contatto. È una cosa che non si può spiegare, si deve vivere, e io devo ringraziare l’ambiente e la squadra per tutto quello che ho vissuto. Sono stato fortunato.
Juventus-Lazio?
La Lazio se la può giocare. È una partita che farà vedere a che punto si trova la squadra di Baroni. In questo momento sono tutti un po’ sorpresi e c’è un po’ di euforia. Si può arrivare in alto in campionato e si possono fare grandi cose. In Europa dipende quando sei nella fase successiva, anche in che forma ti trovi. Però Baroni ha fatto vedere che si può arrivare lontano in entrambe, l’importante è che nessuno si faccia male e che la squadra lavori tutta insieme.