Gabriele Corsi: "Una grande Lazio ma non dico nulla..."
Il presentatore parla dell'amore per i biancocelesti e del momento della squadra di Baroni
Non posso che partire dalle tue radici da laziale. Ricordi di infanzia e le prime volte da tifoso?
Vivo lo stadio e la Lazio fin da piccolissimo. La prima partita in assoluto che ricordo un Lazio-Milan, entrambe in B, primi anni 80. Andai allo stadio con mio padre e ho il ricordo del campo verde che si staglia salendo i gradini che portano agli spalti. Pareggiò quella partita Vincenzo D'Amico su punizione.
L'idolo biancoceleste con cui sei cresciuto da bambino?
Il mio idolo era Vincenzo D'Amico, ho avuto anche la fortuna e l'onore di conoscerlo. Persona straordinaria oltre che calciatore fantastico.
Cosa ti piace di questa attuale Lazio di Baroni?
Una rosa, dei giocatori che sono davvero squadra. Una squadra giovane che si diverte, gioca unita e ci fa sognare. E' bellissimo vedere questo spirito e il calcio entusiasmante che propone.
La classifica al momento è importante, sia un Europa che in Serie A. Dove può arrivare questa Lazio?
Per scaramanzia non dico dove può arrivare questa Lazio dico però che il limite è il cielo e il cielo guarda caso è biancoazzurro.
Molti sostengono che la Lazio ha grandi qualità ma in termini di uomini la coperta è corta. Ti aspetti o speri in qualcosa nel calciomercato invernale?
Da tifoso dirò sempre che la coperta è corta e si può fare sempre di più in termini di acquisti. Razionalmente però è vero fino a un certo punto. Abbiamo visto un calciomercato che non ci ha fatto entusiasmare e anche io ammetto di averlo vissuto con scetticismo però poi i fatti hanno detto che stiamo avendo una squadra di tutto rispetto. Mi verrebbe da dire che manca il grande nome però a noi piacciono gli spettinati, quelli che emergono e che dal nulla si riscattano al cospetto di una carriera magra di grandi vittorie sportive.
Il ricordo da laziale più bello che conservi?
Sono tantissimi i ricordi legati alla Lazio anche quando sono arrivate sconfitte, anche in trasferta, caratterizzate anche da qualcosa di divertente o bello. E' impossibile non ricordare, con il cuore che mi scoppia di gioia, la partita che ci ha portato lo scudetto nel 2000. Mi trovavo in distinti sud, un pubblico immobile, ad ascoltare la voce di Riccardo Cucchi che narrava quei momenti. Ancora poi la trasferta di Birmingham per la Coppa delle Coppe, con il mio amico e collega laziale del Trio Medusa Furio e in quella partita ci fu un dettaglio incredibile e casuale, ovvero, che invitai con me in quella gita inglese colei che sarebbe diventata la mia futura moglie.
Come vivi il calcio nel mondo dello spettacolo?
Nel mondo dello spettacolo ho tanti amici con cui seguo il calcio. Lo sfottò rimane sempre la cosa più divertente. Faccio parte di una chat di tifosi laziali vip. Un gruppo davvero divertente composta da persone pronte a dire che nulla funziona per poi rimangiarsi tutto. Un esempio divertente è quello delle critiche verso un calciatore che poi magari si ritrova a segnare una tripletta e scatta la frase “lo sapevo, lo avevo detto, siete tutti testimoni”