Lazio-Juventus, Marchisio: "Partita fondamentale per dare uno slancio positivo. Lo scudetto di Sarri non è stato scontato"
Claudio Marchisio, ex giocatore della Juventus, ha parlato in esclusiva sui canali biancocelesti. Ecco le sue parole nel match program per la gara di domani contro la Lazio.
Lazio-Juventus, ci siamo: che partita sarà?
"Quando arrivano i grandi match, si pensa da inizio stagione a come ci si arriverà. In realtà bisogna pensare sempre e solo al presente perchè queste grandi gare sono importanti per i punti e il morale, a prescindere dalla classifica e dal momento che si sta attraversando. Probabilmente sia Lazio che Juventus, soprattutto in base alle scelte estive degli allenatori, si aspettavano qualcosa in più da questo inizio di stagione ma sarà una partita fondamentale che potrà dare uno slancio positivo ad entrambe in caso di vittoria. Sono scontri tra grandi squadre che quando li vinci ti danno quella benzina in più per affrontare al meglio le partite successive".
Nel gioco delle figurine, chi vedi superiore a centrocampo tra Lazio e Juventus?
"Non è semplice rispondere perchè la Juventus, negli ultimi tre anni, è sempre stata un po' presa di mira per la poca qualità del centrocampo. In realtà i singoli che ha sono quasi tutti nazionali e giocatori di livello ma nel contesto della squadra in generale stanno faticando. Forse anche per i tanti cambi in panchina, il contrario della Lazio che è appena uscita da un lungo ciclo con Inzaghi. Nel complesso, credo che il centrocampo dei biancocelesti nelle ultime stagioni, anche quando la Juventus vinceva i campionati, sia sempre stato di alto livello e grande affidabilità, soprattutto per Leiva, Milinkovic e Luis Alberto. Anche ora è il reparto più importante della squadra".
Hai citato Milinkovic: rivedi qualcosa di tuo in lui?
"No perchè non è una questione di come uno gioca, ma per doti atletiche e tecniche. Sergej, anche quando ero ancora in campo, mi sarebbe sempre piaciuto vederlo alla Juventus per prendere il posto di Pogba nel centrocampo bianconero perchè ha caratteristiche simili al francese, soprattutto a livello fisico, ma forse ancora con qualche giocata in meno a livello di continuità".
Capitolo Juventus: è Dybala che deve accendere la luce oppure ti aspetti la crescita di altri profili?
"Con Paulo in campo, la Juventus davanti ha un giocatore che si prende la responsabilità in ogni momento della partita. Anche Morata in alcune partite lo ha fatto, ma credo che ad oggi quelli che possano fare la differenza in casa bianconera siano Dybala e Chiesa".
La Juventus può essere considerata ancora in corsa per lo scudetto?
"Ogni vittoria della Juventus è buona solamente se sbagliano le squadre davanti. Non è mai semplice rimontare e recuperare punti, lo ricordo per esperienza nel 2015, quando riuscimmo a farlo grazie anche al calo delle squadre in testa. Di certo se sei davanti e non sbagli mai dipende solo da te, inseguire invece - non solo nel calcio ma anche nella vita - è sempre complicato. La Juventus ha i singoli forti per fare un altro miracolo ma non sarà semplice perchè molte squadre sono cresciute rispetto alla stagione della nostra rimonta, lasciando meno punti per strada".
A proposito di scudetto, quello conquistato da Sarri a Torino è stato un po' sottovalutato?
"Si possono trovare tanti difetti sulle annate in generale, ma quando vinci non è mai scontato e lo dico per esperienza. Ho conquistato lo scudetto per 7 anni di fila e non c'è mai stato un campionato scontato, si parte sempre da zero. Al massimo, puoi arrivare in un certo momento dove hai la certezza di non perderlo più. Quindi anche lo scudetto di Sarri non è stato scontato".
22 partite contro la Lazio, la squadra affrontata più volte in carriera: hai un ricordo in particolare?
"Anzitutto, vorrei spendere alcune parole sulla Lazio perchè è una delle squadre che negli ultimi dieci anni ha avuto dei percorsi più equilibrati tra le cosiddette big. Se andiamo ad analizzare le ultime stagioni, le squadre che si sono contese un trofeo più volte sono state Juventus, Lazio e Napoli. Gli anni dei nostri scudetti, abbiamo quasi sempre disputato finali di Coppa Italia e Supercoppa italiana contro biancocelesti e partenopei, vincendo e perdendo anche. 22 sfide sono tante, se dovessi ricordarne una direi il 2-1 dell'aprile 2012, decisa da una punizione di Del Piero nel finale. Era un momento cruciale per tornare a vincere il campionato e toglierci dalle ceneri dei settimi posti: quel gol ci fece conquistare una partita tosta contro una Lazio magari più debole, rispetto a quella vista negli ultimi anni, ma che non mollava mai. Quell'anno vincemmo 23 volte e quella contro i capitolini fu sicuramente una delle più difficili".