Da emarginato, a risorsa indispensabile per la squadra. Quello di Mario Gila è uno dei classici casi che purtroppo nel calcio sono piuttosto frequenti. Giocatori non visti dall'allenatore, dallo staff, dal club in generale, che poi si ritrovano d'un tratto ad essere chiamati in causa. Un processo che può incidere negativamente o positivamente sulla carriera di un calciatore, che visto l'inutilizzo potrebbe non rendere secondo le proprie potenzialità, oppure lanciarsi e consacrasi definitivamente.

Foto Fraioli
È proprio il caso dello spagnolo con la maglia della Lazio, che quest'anno non era mai stato chiamato in causa da Sarri, fino a quando il suo utilizzo non è divenuto indispensabile. I vari infortuni difensivi di Casale e Romagnoli, hanno permesso il ritorno in campo di Gila, che si è fatto trovare pronto sia in Champions League che campionato. La chiave per lui, è stata sicuramente la perseveranza, la resilienza e sopratutto la concentrazione. Tutti fattori che lo hanno aiutato a non mollare e a rimanere a disposizione della squadra anche nel momento più difficile per un giocatore, quando neanche il tuo stesso allenatore ti considera più. Un comportamento da vero professionista, che avrebbe potuto influire e pesare sulla carriera di un ragazzo di 23 anni, che invece nonostante la giovane età ha saputo reagire e riprendersi quanto gli era stato tolto.
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E così, dopo mesi e mesi di titolare inutilizzo, contro l'Empoli l'ex Real Madrid è arrivato a giocare la sua ottava gara da titolare, contribuendo ad ottenere il nono clean sheet stagionale biancoceleste. Dopo questa nuova linfa vitale concessa allo spagnolo, Sarri saprà certamente di poter contare su di lui, nonostante abbia ancora molto da migliorare come difensore.

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