Il Tempo | Lazio, missione guastafeste
Il ruolo di guastafeste in una giornata già apparecchiata. Un termine non casuale quello scelto da Sarri durante la conferenza stampa di presentazione del big match di oggi alle ore 12.30 a San Siro. Per tenere in vita il campionato, almeno per qualche altro giorno, la Lazio deve vincere contro l'Inter e aspettare il risultato del Napoli. «Pensiamo solo alla partita nostra, di sicuro è stata apparecchiata pensando che noi non faremo risultato con l’Inter. Speriamo che il Napoli festeggi, ma il più tardi possibile», le parole del tecnico biancoceleste di ieri. Con la sfida di oggi si entra nella parte cruciale della stagione, cosa che l’allenatore ha ribadito più di una volta. «Ora gli insegnamenti servono meno - ha spiegato - siamo in una fase risolutiva, quando non fai punti è sempre pesante. Poi dipende dalle motivazioni, con il Torino non eravamo al top dal punto di vista fisico, forse non lo siamo stati nemmeno mentalmente. Se il ko è dovuto dal fatto che fossimo sicuri dell’obiettivo allora va molto male, altrimenti riusciremo a reagire subito. Dipende dal pensiero dei giocatori prima della gara col Toro». In chiusura Sarri ha riaperto una vecchia polemica riguardante il calcio italiano, soprattutto a livello istituzionale. Nel mirino del toscano ci sono gli orari delle partite, le priorità del calcio italiano e la poca lungimiranza degli organi che sono chiamati a decidere. «In Italia le previsioni dicono che domani a Milano può anche piovere, ma potevano anche esserci 33 gradi. Quindi dico, come ca**o si fa a giocare alle 12.30? Qui si fa di tutto per fare un campionato mediocre, le strutture non sono adeguate, ci sono tutti i presupposti per fare un brutto spettacolo. Poi ci si sorprende degli incassi inferiori. Per me siamo in un momento storico che permette anche la risalita, ma di certo con un percorso diverso. Vedo i programmi di chi vuole diventare presidente federale e si parla di Nazionale. Qua se non si fa un tavolo con i governi per rifare gli stadi, siamo morti. Nessuno parla di questo. Ho la fortuna di avere una certa età, il futuro riguarderà qualcun altro... Non lo dico per fare polemica, ma perché sono innamoratodel calcio, vedo un possibile spiraglio per tornare a livelli buoni, però c’è un insieme di lacci che invece penso ci faranno sprofondare ancora». Il Tempo/Daniele Rocca