Il Messaggero | Lotito suona la carica: "Credo nella rimonta con la Juve". Poi su Luis Alberto, Guendouzi e Immobile...
Il presidente della Lazio si confida sulle pagine de Il Messaggero
Guai a considerare finita la stagione della Lazio: «Credo nella rimonta contro la Juventus perché credo nello spirito guerriero riportato da Tudor». Suona la carica, Lotito, alla vigilia della semifinale di ritorno di Coppa Italia e a cinque giornate dal termine di un campionato, complicato ma incredibilmente riaperto: «Non faccio nessun calcolo per la Champions, ma a Genova ho rivisto una squadra con carattere e dobbiamo mantenerlo». Tutti uniti fino all'ultimo: «Luis ha baciato la maglia, con Immobile abbiamo chiarito, ogni altra valutazione verrà fatta a giugno». Rimane l'idea di un ringiovanimento, ma non è questo il tema adesso. Domani piuttosto serviranno almeno due reti di scarto: «Castellanos è forte, deve solo riacquistare fiducia nei suoi mezzi ed essere meno indeciso. Avete visto Kamada? Si è sbloccato di testa perché Tudor ci ha puntato e vedremo a fine stagione se si sarà convinto a restare. Ha in mano il suo destino». È scattato l'obbligo di riscatto dal Marsiglia per Guendouzi, agitato invece dal cambio tecnico: «Non esiste un caso. Nessuno può pretendere di giocare sempre, Mattéo deve stare calmo e tranquillo perché Igor lo considera e ci punta tanto. Capisco l'allenatore, è appena arrivato, deve fare le prove per vedere come sistemare al meglio la squadra in campo».
LA RICOSTRUZIONE DELLA LAZIO
Le nuove idee prendono forma e forza piano piano. Anche quelle della società presto si materializzeranno: «A breve mi vedrò con l'ufficio della Lega di A che ha studiato il Flaminio e a inizio maggio presenteremo il progetto. Sta partendo l'Academy, a metà mese sarà pronto il nuovo studio radiofonico. Sto creando le strutture e poi verranno inserite le figure. Tanti sono invidiosi chiosa il patron di quello che ho costruito alla Lazio, senza mai scaricare un euro. Le mie aziende ci guadagnano? No, Formello è tenuto come un gioiello, ci sono le guardie, tutti vengono pagati e mangiano alla grande, ci sono servizi a cinque stelle. Con le mie imprese non solo c'è un risparmio, ma si evitano i decreti ingiuntivi del passato. Ho tolto tutti i mercanti dal tempio». Rinate Women e Primavera, il presidente è orgoglioso: «Non solo dal punto di vista sportivo, mio figlio Enrico e il direttore Fabiani hanno fatto un ottimo lavoro. Dobbiamo ricostruirci in casa il nostro futuro, come non stava più accadendo». C'è stato un taglio col passato: «Io non ho cacciato Tare, è andato via lui e pensavo avrebbe iniziato altrove un nuovo percorso. Fra noi rimane un ottimo rapporto, ma perché dovrei riprenderlo? Non so chi metta queste voci in giro.
Lotito su Peruzzi
Anche Peruzzi, mica l'ho mandato via io. Peccato per quell'anno, stavamo vincendo lo scudetto, il Covid ha rovinato tutto. Ma ci arriveremo a lottare di nuovo, è solo una questione di tempo». La ricostruzione, insomma, non equivale a un ridimensionamento: «Assolutamente no giura il numero uno ma sto mettendo delle regole per fare il salto. Nessuno può più fare come vuole nella Lazio».
Il Messaggero A. Abbate