Il Messaggero | D'Amico, tutti a Ponte Milvio per l’ultimo saluto. Cataldi e Immobile: "Capitano unico"
È il giorno dell’ultimo saluto a Vincenzino: «D’Amico è stato un simbolo unico. Farò di tutto per esserci», rispondeva ieri Lotito, impegnato sino a tardi a Milano. Ci sarà comunque Danilo Cataldi in prima fila, tornato prima appositamente dalle vacanze in Sardegna per rappresentare la Lazio. Da capitano a capitano: «Io sono giovane ma tanti laziali mi hanno parlato delle gesta di Vincenzino D’Amico, grande campione e laziale vero – ha scritto Ciro Immobile su Instagram - La sua perdita ha scosso tutto il mondo biancoceleste... troppi eroi di quel mitico scudetto ‘74 se sono andati, ma tutti hanno lasciato un segno indelebile nella nostra storia. Adesso ho un motivo in più per essere degno di quella fascia da capitano che porto con orgoglio, ciao Vincenzo». Per un uomo simbolo di due città, era necessario un doppio funerale, e così sarà. L’ultimo saluto a Vincenzo D’Amico si terrà sia a Roma che a Latina, città natale del ‘cucciolo’ della banda Maestrelli. Oggi (alle 10.30) la cerimonia alla chiesa Gran Madre di Dio, a Ponte Milvio: un luogo che genera sentimenti forti nei cuori dei tifosi della Lazio, che qui nel 1976 diedero il prematuro addio a Tommaso Maestrelli, il ‘papà dello scudetto del 1974 scomparso due anni dopo il primo tricolore della Lazio, mentre nel 2011 celebrarono la dipartita di Bob Lovati, prima portiere e poi storico dirigente biancoceleste. Oggi è prevista la partecipazione di tanti sportivi, presidenti (Gravina ha rinviato l’evento Figc “Strategia di sostenibilità 2030” per esserci) e di migliaia di persone: ci saranno anziani, adulti, giovani e giovanissimi, nel segno di un’appartenenza ai colori che va oltre le generazioni, e unisce sia quando si gioisce, sia quando si piange. L’altro funerale, invece, è in programma domani (alle 10) nella città pontina, dove Vincenzo nacque nel 1954 e mosse i primi calci da giocatore. La chiesa scelta per l’occasione è quella di Santa Maria Goretti, l’oratorio salesiano che fu il primo palcoscenico calcato dal piccolo artista del dribbling, prima di andare al Cos di Latina (dai dieci ai quindici anni), all’Almas e, infine, alla Lazio, nel cui settore giovanile si mise talmente in luce da essere aggregato presto alla prima squadra guidata da Giorgio Chinaglia e Pino Wilson.
CAMERE ARDENTI - Non si terranno solo due funerali, ma anche due camere ardenti, per permettere a tutti quelli che hanno amato alla follia questo genio calcistico di rendergli omaggio. Dopo il tributo di ieri nella sala della Protomoteca in Campidoglio, oggi a Latina il Museo Cambellotti ospiterà (dalle 15 alle 19) la seconda camera ardente. E’ stata una scelta della famiglia (la moglie Simona, il fratello Rosario e i figli Matteo, Nicolò e Alessandro) per permettere ai concittadini di D’Amico di salutare il più grande calciatore prodotto dalla città pontina; il campione riposerà a Latina, dove aveva espresso la volontà di essere seppellito. Il Messaggero