Castroman: "Sul derby? Meglio vincerlo in finale di coppa"
L’ex attaccante della Lazio analizza il derby, la squadra di Baroni e le differenze tra il suo calcio e quello attuale.
Ai microfoni di Radio Laziale, Lucas Castroman, ex attaccante della Lazio, ha commentato il derby della capitale, mettendo in prospettiva l’importanza della sfida. Sebbene il derby sia un evento che accende gli animi dei tifosi, Castroman ha cercato di minimizzarne l’aspetto drammatico, esprimendo fiducia per il futuro:
“Il derby è solo una partita, prima o poi si rivince. Stiamo tranquilli. Qualche derby loro lo devono vincere ogni tanto. È meglio perdere questo di campionato che una finale di coppa”.
Un approccio che rispecchia la sua filosofia: per quanto il derby sia fondamentale per la passione dei tifosi, resta comunque un incontro di calcio che, nel lungo periodo, si ripeterà.
Castellanos: ha bisogno di fiducia
Il discorso si è poi spostato su uno dei giocatori più discussi della Lazio attuale: Taty Castellanos, l’attaccante argentino che, come Castroman, è originario dello stesso paese. L’ex calciatore biancoceleste ha elogiato il suo connazionale, sottolineando la necessità di fiducia per esprimere il proprio potenziale: “Lui ha bisogno di fiducia, di sentirsi importante”, ha affermato Castroman, evidenziando che il giovane attaccante ha tutte le qualità per emergere se supportato adeguatamente. Ma l’ex bomber ha anche parlato di come il ruolo di centravanti sia cambiato drasticamente nel corso degli anni.
Il calcio è cambiato: attaccanti diversi e calcio collettivo
Se una volta il ruolo di centravanti era quello di finalizzare e risolvere la partita, oggi i requisiti per essere un attaccante sono molto più complessi. Secondo Castroman, i calciatori di oggi sono più veloci, più snodati e caratterizzati da un gioco maggiormente collettivo:
“Non ci sono più gli attaccanti da area di rigore, i numeri 9. Io non potrei mai giocare con questi calciatori, ero potente ma non di tanta corsa. Non ero magro, ora invece sono tutti così. Oggi i gol degli esterni contano tanto. Sono quelli che devono segnare e aiutare la squadra”.
A suo avviso, la velocità e l’intensità fisica sono diventati gli aspetti principali del gioco, con i calciatori che si muovono costantemente in tutti gli spazi del campo. Ma c’è anche una riflessione più profonda sulla tecnica e sulla figura dell’attaccante tradizionale:
“Il calcio è cambiato, vanno tutti velocissimi. Guardando al calcio moderno penso ai miei tempi, non avrei mai potuto giocare. C’è meno tecnica, si gioca più nel collettivo. Non si punta più sull’attaccante come prima."
Castroman ha poi sottolineato che nel calcio attuale vincere o perdere riguarda tutta la squadra e non più un singolo giocatore. “Non è colpa di uno solo. Anche se uno non è in partita, pagano tutti” ha detto, mettendo in evidenza una caratteristica che sta prendendo piede nel gioco moderno: il collettivo che prevale sull’individualismo. Un tema che l’ex attaccante ha sviluppato parlando dei suoi tempi, quando i grandi calciatori come Verón erano in grado di decidere le partite da soli. “Ai miei tempi ne bastava uno per risolvere le gare” ha affermato, facendo capire come la figura dell’individuo che spicca e risolve fosse molto più presente nelle squadre del passato.
Il calcio cambia, ma la passione rimane
Castroman ha espresso il suo amore per il calcio e per la Lazio, pur riconoscendo che il gioco è cambiato, e che la modernità ha portato nuove sfide e nuove dinamiche. La velocità, il collettivo e la centralità degli esterni sono ora le caratteristiche dominanti, ma, per Castroman, la passione per il gioco resta sempre la stessa. E con essa, l’immenso legame che lega i tifosi al proprio club, come nel caso della Lazio, che continua a essere una grande famiglia, sempre pronta a lottare insieme, anche dopo un derby perso.