Cataldi si racconta: “Io un ragazzo anticalciatore. Sarri fondamentale per me”
Pochi minuti fa è andata in scena sul canale YouTube di Dazn una nuova puntata Dazn Talks, con Danilo Cataldi ospite della trasmissione. Tanti i temi toccati dal centrocampista biancoceleste. Ecco le sue parole:
“Sto bene, oggi abbiamo fatto un allenamento breve, ci stiamo preparando per la partita, abbiamo lavorato più a livello tattico. La mia passione è nata da piccolo, ho iniziato a giocare in borgata, vicino casa a 4 anni fino ad 11 anni, poi sono andato alla Lazio. Come tutti i bambini sognavo. Quando sono cresciuto mi sono accorto che era una cosa abbastanza difficile, fortunatamente è andata bene. Ho lo stesso gruppo di amici da quando ero piccolo, mi hanno visto crescere sia nella vita quotidiana che questa.
Il mio cammino è stato difficile, quando sono tornato da Crotone ho avuto un’ottima stagione con Pioli, siamo arrivati in Champions e in finale di Coppa Italia. L’anno dopo ho subito questo arrivo, è stato parecchio complicato, l’ho patita mentalmente, prendendomi troppe responsabilità e pressioni.
Il mio pianto nell'ultimo derby? E’ una delle immagini me alle quali sono più legato. Ho indossato per la prima volta la fascia da capitano con Pioli, Radu me l’aveva data, poi l’ho portata a sprazzi. Portarla al derby dall’inizio è stato molto particolare, i giorni prima sono stati devastanti. Non rivivrei mai il pre derby, vivrei la partita, ma il pre derby è stata una cosa incredibile. Nelle lacrime c’era un po’ di tutto. E’ stata una liberazione, è quello che ho sempre voluto. Il calcio si sta evolvendo sempre più e noi come squadra cerchiamo la perfezione a livello tecnico-tattico, vincerla così è stata una cosa in più. Il derby si vive tutto l’anno, anche in spiaggia, in qualsiasi bar della città. In quel pianto c’era la liberazione”.
Il mio esordio? Lazio-Napoli me la ricordo, perdemmo 1-0 per Higuain. I miei genitori erano allo stadio, una sensazione bella, la partita non l’avevamo vinta e c’era un po’ di amarezza. L’esordio da ragazzo nella propria città era colorata da emozioni. La settimana dopo ho giocato col Milan. Contro il Napoli come la vivo? E’ una partita importante, la vivo bene, sono molto fiducioso della squadra, cerco sempre di aver pensieri positivi. In questo momento è una delle squadre piu in forma di Europa. Penso che possiamo fare bene.
A livello di singoli mi ha impressionato Kvaratskhelia, all'andata alla quarta giornata era un oggetto misterioso anche se aveva fatto molto bene: non mi aspettavo questo impatto, è stata una bella sorpresa. Con Sarri si parla solo di calcio, è uno che sa il fatto suo. è un perfezionista, cerca l'elemento per farti migliorare ed è da apprezzare. Ogni tanto racconta aneddoti della sua vita ed è divertente. Non ho mai visto il blocchetto su cui prende appunti sono sincero.
Perchè il 32? A Crotone avevo il 28 nella prima stagione da professionista. Il 28 alla Lazio era occupato, un massaggiatore mi disse prendi il 28. Avevo preso il 5 un anno ma non è stata una grande annata, ci ho ripensato. Mi reputano un ragazzo anti calciatore, vivo in maniera normale, vivo la città tranquillamente. Al matrimonio abbiamo fatto una raccolta per delle persone a noi vicine per dargli una mano, ci siamo sentiti di fare questo: una parte dei regali del matrimonio è stata donata a loro. Sono generoso, cerco di farlo nel quotidiano senza riflettori, social compresi. Preferirei essere nato in un calcio di altri anni. In alcuni frangenti ci sono lati positivi, ma in altri per me è meglio evitare di far vedere per forza qualcosa.
Ai videogiochi ho giocato, ma dopo mio figlio ho messo tutto da parte: una sera in pandemia mia moglie mi ha tolto tutto. Sarri personalmente è stato fondamentale, venivamo da Inzaghi con un altro tipo di calcio, sia come modulo che come approccio. Sarri chiede pressione sulla palla e una squadra corta, ho cercato di calarmi in ciò che voleva lui. All'inizio mi allenavo come mezz'ala, è stato un processo intrapreso lo scorso anno.
Questo per me è un po' il primo anno in cui ho un ruolo centrale nella squadra. Le responsabilità ci sono, nonostante l'etá avanzata. È normale che da ragazzino vuoi vincere lo scudetto e giocare in Nazionale, non si sa mai. Il mio desiderio era avere una famiglia, giocare in Serie A.
Provedel? E' un bravissimo ragazzo, ma anche se è uno silenzioso ti trasmette tranquillità e sicurezza, è un grandissimo portiere.
Il più fumantino del gruppo? Luis Alberto dai... è il numero 10, non potrebbe che essere così. Siamo un bel gruppo, Casale è un personaggio mai visto, fa ridere ma è un grandissimo giocatore. Gila è quello che si veste peggio, mette cose di tre o quattro taglie più grandi, lo ammetterebbe anche lui, glielo ripetiamo tutti i giorni anche se è sicuro di quello che indossa, ma giustamente viene preso in giro.
Il mio rapporto con il fantacalcio? Pessimo, mai fatto. Mi hanno convinto un paio di anni fa degli amici al mare, ma mi scordo delle formazioni, delle squalifiche: per dire ultimamente ho messo Romagnoli ma era infortunato. Servirebbe una sola app per tutte le informazioni.
Come fermare Lobotka? Sarà complicato, bisogna fargli i complimenti. È venuto fuori dopo, lui con il Napoli stanno facendo un percorso straordinario”.