CorSera | Rigori, manga e Champions: così Kamada ha scelto la Lazio
Dare e avere. Il rapporto fra la Lazio e Daichi Kamada può svilupparsi in campo e fuori. Il giapponese dovrà ereditare la centralità nel gioco che aveva Milinkovic. Deve diventare un punto di riferimento come lo era il Sergente. L’ex Eintracht ha scelto la Lazio perché attirato dalla Champions e dal campionato italiano, che in Giappone è particolarmente apprezzato: «Volevo giocare la Champions e sono convinto che qui possa migliorare - ha spiegato - La Serie A è molto seguita da noi. In Italia hanno giocato alcuni giocatori giapponesi molto amati. Ora vorrei dimostrare la bellezza del campionato e della Lazio ai miei tifosi».
Il nostro calcio in Giappone è famoso per vari motivi: fra il 1980 e il 2004 la Coppa Intercontinentale si è disputata fra Tokyo e Yokohama e le squadre italiane, fra quelle europee, sono quelle che si sono imposte più volte (7). Sono molti i «manga» creati in quel periodo nei quali i protagonisti scelgono la Serie A. Nel fumetto «Viva calcio», ideato da Tsukasa Aihara, si racconta la storia di Satoru Shiina (personaggio immaginario) che firma un contratto con il Milan ma viene poi sedotto dalla classe di Toldo, Rui Costa e Batistuta. Decide così di trasferirsi alla Fiorentina e vince lo scudetto. Nel cartone animato «Holly e Benji» è Mark Lenders a giocare con Reggiana e Juve. Nel manga «Catenaccio» il protagonista sceglie la Serie A per assimilare le nozioni tattiche e diventare il miglior difensore al mondo.
Alla fine degli anni 90 la Lazio, con Eriksson in panchina, era fra le migliori sia in Italia che in Europa, attirando la simpatia di tanti giapponesi che ancora oggi tengono in vita alcuni fan club. La società può sfruttarlo per discorsi di marketing (manca ancora uno sponsor...) e merchandising. Kamada, proprio come i protagonisti dei fumetti giapponesi, non ripudia le responsabilità. «C’è stato un momento di svolta per me, ed è la finale di Europa League del 2022 - ha raccontato in un’intervista rilasciata in Giappone un mese fa -. Per calciare un rigore in una gara così, ci vuole fegato: io l’ho fatto e ho segnato. Ripensando a quel momento ho capito di avere personalità». Ora la deve mettere in campo per la Lazio, per ricevere in cambio visibilità internazionale, assicurandola anche al club in Giappone. È una questione di dare e avere. Ne possono guadagnare tutti. Corriere della Sera/Elmar Bergonzini