Il Tempo | Lazio, ritiro pericoloso ma lo spartito va corretto
Sull’orlo di una crisi di nervi. Solo nove giornate, dodici partite comprese le tre del girone di Europa League e il progetto sembra già al capolinea. Follie di un ambiente malato di autolesionismo cronico. Certo, il tracollo di Verona ha sorpreso anche perché è la fotocopia esatta di quanto successo a Bologna qualche settimana prima ma il ritiro punitivo è una roulette russa. Il gruppo è sano, tutti bravi ragazzi, però restare chiusi a Formello tre giorni fino alla partita di domani sera contro la Fiorentina può essere molto utile per riscattare la vergognosa prova del Bentegodi. Si può perdere, non mollare come accaduto nell’ultima quarto d’ora della sfida di domenica. Di contro può anche ingigantire problemi più che altro tattici, spingere qualche cospiratore dello spogliatoio, qualora ci fosse, a tessere la sua tela e alla fine rivelarsi controproducente. Tant’è, la risposta ci sarà solo tra qualche ora, dopo la sfida contro la squadra di Italiano, altro tecnico a lungo in lizza per la panchina della Lazio in estate. È chiaro, comunque, che il trapianto di sarrismo per il momento non sia riuscito. La squadra è scollegata, manca equilibrio, il gruppo sbanda in trasferta (quattro sconfitte in 6 gare) e incassa troppi gol (18 in 12 partite) e in casa ha conquistato vittorie pesanti con rimonte di cuore più che di gioco. Serve un correttivo, forse nel modulo anche se è sempre l’interpretazione a fare la differenza in campo. Senza pensare troppo ai numeri, bisogna recuperare alla causa Luis Alberto, magari avanzandolo nella linea dei attaccanti con un 4-3-1-2 o un 4-3-2-1 (la Lazio dispone di molte mezze punte di qualità). Sarri deve aprirsi a qualche cambiamento che consenta di trovare la via migliore per far rendere i suoi giocatori. È un grande allenatore, dimostrare di saper apportare dei correttivi è segnale di intelligenza. Solo così la sua Lazio può ripartire aspettando il mercato di gennaio che può aiutarlo ad avere qualche giocatore più adatto alla sua idea di gioco. Il Tempo/Luigi Salomone