ESCLUSIVA| Nestor Sensini ricorda lo scudetto del 2000: "Una grande Lazio e una stagione meravigliosa, sono emozioni indelebili". Poi il ricordo di Mihajlovic
Quest'oggi è il 23esimo anniversario della vittoria del secondo scudetto: il 14 maggio del 2000 i biancocelesti vinsero il tricolore per la seconda volta nella propria storia a 24 anni di distanza dal primo storico scudetto vinto dalla banda di Maestrelli. Tanti i campioni che formavano quella squadra allenata da Sven-Goran Eriksson, un club costruito negli anni e che puntava a raggiungere un obiettivo che nel 2000 si concretizzò: la vittoria del tricolore. Per ricordare quella stagione e quel trionfo è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it uno dei giocatori che partecipò a quella conquista: Nestor Sensini.
Che ricordo hai di quella stagione e di quello scudetto vinto?Quella fu una stagione incredibile, vissuta ad alti ritmi e alta tensione, perché avevamo iniziato l'anno giocandoci una coppa contro il Manchester a Monaco, con il gol di Salas. Non fu un grande inizio di campionato ma dopo la metà di campionato la Lazio ha dimostrato di meritare la vittoria del campionato. E' stato un anno fantastico, anche perché abbiamo vinto la Coppa Italia e poi la Supercoppa Italiana. Una stagione meravigliosa.
Quella Lazio è la squadra più forte in cui hai giocato?Se la più forte non lo so, ma sicuramente una rosa di grandissimi giocatori. Una rosa ampia con Eriksson che è stato molto bravo a gestirla. Ci sono stati molti elementi positivi e importanti per vincere il campionato. Una delle più forti, poi ho giocato anche con Argentina e Parma, e nel suo piccolo anche l'Udinese diceva la sua. Sono sempre squadre che sono state molto importanti. Quella squadra però è difficile da poter costruire di nuovo. La Lazio l'ha costruita per anni, e quell'anno abbiamo vinto lo scudetto.
Sapevate di potercela fare nonostante una classifica complessa?La partita vinta con la Juventus ci ha dato la forza per pensare che ce la potevamo fare. Erano tante giornate ancora davanti, ma quella vittoria ci ha dato la forza. La convinzione la avevamo, ma la classifica non era dalla nostra parte. Con quella partita abbiamo avuto una spinta in più. All'ultima giornata uno svantaggio che dovevamo vincere in casa e la Juve contro il Perugia fuoricasa che non era facile. Ma poi è stato tutto bello, anche quella pioggia che ha bloccato la partita e noi che aspettavamo la fine di quella gara. Poi il gol di Calori e tutte emozioni difficili anche da raccontare, che avevamo vissuto dentro lo spogliatoio e la gente che fuori non sapeva se festeggiare, giocare un'altra partita o abbassare la testa e pensare al campionato successivo. Ma alla fine è stata tutta gioia, il Perugia aveva vinto con il gol di Calori e noi eravamo campioni d'Italia.
Senti ancora qualche compagno di quella squadra?Si, ogni tanto ci sentiamo con alcuni dei miei compagni e ricordiamo di quell'annata e delle cose vissute. Poi io sono tornato da 15 anni in Argentina, quindi con Simeone e con tutti loro con cui abbiamo vissuto cose fortissime. Poi con Nesta, Mancini e altri grandi giocatori ci siamo persi, non ci siamo rivisti. Ma li ricordo con un'ammirazione immensa perché sono stati grandi giocatori. Mi dispiace molto per la perdita di un grandissimo compagno che è stato per noi, Sinisa. Uno dei giocatori più importanti che ha avuto quella squadra. Mi è dispiaciuto molto. E' importante riconoscere a lui quello che ha fatto per quella Lazio.
A distanza di 23 anni senti ancora quelle emozioni?Come potrei non sentirle. Sono emozioni che non si dimenticano mai. Poi è normale, parlando con qualche compagno con cui hai vissuto ciò vengono fuori dei ricordi. Lo spogliatoio aspettando la fine della partita: qualcuno in palestra e qualcun altro che non riusciva a stare fermo, con la radiolina all'orecchio. Ricordo che con Conceicao e Couto che eravamo lì, poi anche Mancio che veniva con noi. Formavamo dei gruppi con cui sentivamo quella partita. Ricordo quando Pippo Inzaghi calciò vicino al palo a pochi minuti e quali ci prese un infarto. Ci sono tante cose che sono passati quei pochi minuti, ma sembrava una vita. Per quello, quando ne parlo con i compagni, ricordo la sofferenza nonostante avessimo vinto la nostra partita. Ma poi alla fine l'aquila è tornata a volare e noi abbiamo festeggiato con i nostri tifosi. E' stato bellissimo e difficile da dimenticare. Per quello ogni anno che passa e' più forte tutto ciò che è successo in quell'anno. Un forte abbraccio a tutti i laziali, vi voglio tanto bene. Ho vissuto due grandi anni da voi, difficile dimenticare.
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