Dopo un inizio promettente, il danese è uscito dalle rotazioni. Domani contro la Fiorentina spera di avere una nuova chance.

Che fine ha fatto Isaksen? Dopo un inizio in cui è stato subito lanciato nelle rotazioni il danese ha pian piano perso spazio fino addirittura a sparire. L'ex Midtjylland sembrava essere in grado di dimostrare presto le sue qualità anche perché era stato l'unico dei nuovi ad arrivare a Formello con già tre gare ufficiali alle spalle a luglio. Eppure il suo percorso di inserimento ha avuto un effetto contrario fino a diventare una rarità sul rettangolo di gioco. Dopo averlo lanciato a sorpresa dal 1' contro il Monza Sarri gli ha sempre preferito Felipe Anderson sull'out destro nonostante gli alti e bassi del brasiliano. La realtà è che in quei 55 minuti Mau si aspettava una risposta che non c'è stata e da lì ha utilizzato Gustav col contagocce (53 minuti in sei gare). L'esterno ha avvertito il cambiamento, ma non si è perso d'animo visto che in almeno tre occasioni ha dato il suo contributo. Nei 10 minuti col Torino ha sfiorato l'assist sulla rovesciata finita fuori di Castellanos. Nei 22 al Celtic Park è stato tra gli attori principali dell'azione del 2-1 di Pedro e anche contro l'Atalanta ha contribuito a dare quel cambio di passo decisivo per la vittoria finale siglata da Vecino. Tre indizi di solito fanno una prova, ma a quanto pare per Sarri no, visto che da quando è terminata la seconda pausa delle nazionali lo ha tenuto 180 minuti in panchina. Il danese infatti non si è visto né contro il Sassuolo e nemmeno col Feyenoord sebbene in entrambi i casi ci si potesse aspettare un po' di riposo sia per Felipe Anderson a Reggio Emilia, che per Zaccagni a Rotterdam.

LE SCELTE

Nessuna polemica però per Gustav, che dopo aver continuato a lavorare a testa bassa adesso freme per ottimizzare al massimo la prossima chance che gli concederà Sarri, magari già a partire dalla Fiorentina, almeno a gara in corso. Al momento Mau pensa di iniziare con Zaccagni e uno tra Felipe Anderson e Pedro sulle ali del tridente titolare. Il brasiliano, in Olanda arrivato molto sottotono alla partita numero 110 di fila, non ha mai colpito la Fiorentina all'Olimpico finora in carriera. Discorso inverso invece per Pedro, che ha segnato entrambi i gol alla Viola proprio nella Capitale. Il ballottaggio principale sarà tra il 7 e il 9, a meno che a sorpresa non si inserisca Isaksen col suo numero 18, pronto a dimostrare che quei 12 milioni più 4 di bonus investiti in estate da Lotito non sono stati sprecati. D'altronde lo aveva promesso appena arrivato: "E' un onore per me che la Lazio abbia pagato così tanto. In questo momento il mercato è in crescita e sarà un piacere onorare questa cifra spesa per portarmi qui. So di poter crescere ancora tanto, sono circondato da grandi compagni e abbiamo un ottimo allenatore. Ci sono tutte le caratteristiche per poter fare bene". E' l'ora di cominciare. Magari dimostrando di essere molto di più di quel 75% dei dribbling riusciti.

Lo riporta Il Messaggero.

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