Il Messaggero | Acerbi e la 'dedica' a Maurizio: "Prima vincere, poi giocare bene"
Dalla confusione di Reggio Emilia alla stizzita reazione dell’Olimpico. Acerbi segna e si toglie qualche sassolino dalla scarpa. Fa il gol della sicurezza, quello che chiude la partita, accenna un’esultanza liberatoria e poi subito porta l’indice alla bocca e, per tre volte, chiede di fare silenzio. Con chi ce l’ha? Con qualche tifoso che l’aveva criticato dopo la partita da dimenticare col Sassuolo? Con il presidente Lotito che nel discorso alla cena di Natale ha messo in dubbio l’impegno e la voglia di sacrificarsi della squadra? Lui, il giocatore, non fuga i dubbi. "Le critiche? Mi frega meno di niente, fanno parte del nostro lavoro. Per fortuna la gente non sa quello che succede all’interno del nostro spogliatoio, ed è giusto che sia così. Purtroppo ritrovarsi al nono posto non è mai bello, abbiamo delle difficoltà e cerchiamo di risolverle. Ce la stiamo mettendo tutta, o quasi". La preoccupazione è che la fatica nasconda un certo malessere. Parte del gruppo non ha gradito le parole del presidente alla cena di Natale perché in allenamento e in partita la squadra sente di dare tutto. Nel caso di Acerbi, poi, c’è stato il passaggio di Reggio Emilia, Sarri ha citato più volte che mentre il Sassuolo segnava, lui era nell’area avversaria. Il giocatore non l’ha presa benissimo, e ieri ci ha tenuto a sottolineare che "nello sport vincere viene prima che giocare bene": una considerazione indirizzata al suo allenatore? Di sicuro, dal punto di vista tattico, uno come Acerbi fa fatica ad adeguarsi ai principi di Sarri: quando bisogna alzare la linea e avanzare, lui tende a indietreggiare. Non è cattiveria, è una sua caratteristica. "Sarri arrabbiato? Ha ragione, non dovevamo subire quel gol, ci teneva lui, ma ci tenevamo anche noi. Adesso dobbiamo andare a vincere a Venezia per passare un Natale tranquillo". Qualche dubbio che non lo sarà, a prescindere dal risultato di mercoledì, è forte. Acerbi è un leader e non parla mai a vanvera, se dice certe cose, significa che il suo malessere è per come sta andando la squadra, ma pure per qualcosa di personale che l’ha ferito. Il Messaggero.