Per Gustav Isaksen è tempo di scrollarsi di dosso l’etichetta di talento incompiuto. In primis perché a 23 anni non può più nascondersi dietro la comoda scusante della giovane età. In secondo luogo perché per lui la Lazio ha speso 12 milioni più altri 4 di bonus (che non verranno tutti raggiunti) perciò dopo una stagione di apprendistato è terminata la pazienza. 

La Lazio ha sempre creduto in Isaksen

Il club biancoceleste ci ha sempre creduto, ma non è un segreto che durante la finestra di mercato abbia provato a inserirlo in alcune trattative, come col Feyenoord per Stengs, opzione mai decollata. Il precampionato poco convincente non ha fatto altro che alimentare l’intenzione del ds Fabiani di lasciarlo partire di fronte all’offerta giusta, che nell’ultima settimana di trattative ha rischiato di arrivare. Il Celtic infatti ha messo sul piatto 2 milioni per il prestito oneroso e 14 per il diritto di riscatto. La sensazione è che si potesse arrivare all’obbligo richiesto, ma a frenare tutto, come vi avevamo svelato, è stata la ferma volontà dell’ex Midtjylland di restare nella Capitale, ribadita due giorni fa: «Ho detto al mio agente di voler rimanere anche di fronte a qualcosa di eccitante. Sento di poter diventare un uomo importante per la società e sarebbe stato un peccato aver passato un anno intero a conoscere tutto della Lazio per poi ricominciare da zero altrove». Una decisione che ha avvalorato la tesi di Baroni, fin da subito convinto che quella attuale possa essere la stagione di Gustav, che a Bold ha parlato anche del nuovo tecnico: «È forte. Con Tudor non mi sono trovato, ma ora sono felice e sembra che con Baroni ci siano prospettive più lunghe». E proprio all'allenatore dopo il triplice fischio col Milan ha già fatto una promessa: «Devo tirare maggiormente in porta senza cercare sempre l’assist. Segnando di più posso giocarmela per un posto da titolare».
 

BONUS

E chissà se alla ripresa contro il Verona finalmente ci riuscirà il danese, al quale per adesso in due occasioni è stato preferito Noslin e nell'ultima addirittura Tchaouna. Fosse stata la passata stagione Isaksen probabilmente si sarebbe chiuso nel proprio guscio, ma stavolta la reazione c’è stata eccome. Baroni gli ha concesso un minutaggio a salire. Col Venezia 17 minuti, con l’Udinese 37, durante i quali ha trovato anche il gol che ha accorciato le distanze nell’unico tiro in porta, e infine 50 col Milan dall’intervallo in poi, ingresso che ha contribuito a cambiare volto all’attacco. Ora l’esterno ha messo nel mirino la prima chance nell’undici iniziale anche per incrementare un bottino personale che da contratto prevede dei bonus rispettivamente a quota 10, 15 gol e 10 assist. Numeri importanti, ma il classe 2001 ora si concentrerà sulle sfide di Nations League della propria Nazionale contro Svizzera (domani ore 20:45) e Serbia (domenica alle 18). Dopodiché tornerà a sognare con la Lazio.

Valerio Marcangeli Il Messaggero

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