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Su Gila 

Per me è, insieme a Bastoni dell'Inter, il difensore di maggior prospettiva che c'è in Italia. Non voglio salire sul carro dei vincitori. Ho sempre creduto in lui, pure quando giocava poco. Mi dispiace che inizialmente sia stato utilizzato quando non c'erano alternative e non per convinzione.

“Il primo anno di Gila e i soli 87 minuti di gioco, Gila si lamentava?”

No. Ci ho parlato spesso, ha capito che era un momento. Nel calcio bisogna avere pazienza e fiducia. Le qualità emergono sempre.

“Ha mai penato di averlo sopravvalutato?”

Era impossibile. Le qualità si vedevano in ogni allenamento.

”E’ stato difficile prenderlo?”

Lo volevano un paio di spagnole, ma lui era convinto del nostro progetto. Gli avevamo prospettato la possibilità di giocare le coppe europee. Voleva crescere come calciatore e come uomo, facendo un'esperienza all'estero.

”Cosa impressiona di Gila?”

La determinazione. Appena ha giocato 3-4 gare di fila non ha più perso il posto. Non si fa esaltare o deprimere dal momento.

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