La comune rabbia per un ko immeritato genera due anime dentro la Lazio. Chi se la prende solo con la discutibile direzione di Marcenaro e soprattutto con le chiamate ad hoc del var Abisso, su cui pesa più d'un precedente ambiguo e scomodo; chi ritiene invece anche Baroni e la squadra sprezzanti del pericolo, quindi complici del loro infausto destino. Il giorno dopo la sconfitta di Firenze, il tecnico mastica ancora amaro e rimane convinto delle accuse lanciate contro l'arbitraggio: «La partita è stata decisa solo da due rigori contrari allo spirito del gioco. Un difensore non può più coprire un cross sul fondo, coi piedi quasi fuori dal campo. Guendouzi leva il piede su Gudmundsson, che ha spostato già il pallone per il passaggio, e cerca il contatto. Non vedo questi episodi all'estero, poi qui in Italia pretendiamo lo spettacolo». A dargli manforte c'è l'ex fischietto Bergonzi sul contatto Nuno Tavares-Dodò: «Il penalty, che ha regalato la vittoria alla Fiorentina non esiste, Abisso non avrebbe nemmeno dovuto richiamare Marcenaro perché il piede del terzino finisce sul giocatore viola casualmente, oltretutto dopo un cross riuscito». In pratica il pestone sarebbe stato fortuito, esattamente come quello di Dodò a Patric in un'altra azione, mai revisionato. Ad ogni modo, i tifosi biancocelesti sono furiosi per la consueta disparità di trattamento. Anche per una mano, ancora di Dodò, che stoppa Zaccagni di fronte alla porta, e quindi a un potenziale gol quasi fatto: «C'è prima la deviazione di testa la spiegazione a Open Var del designatore Rocchi e il giocatore nello slancio, in caduta, poi colpisce la palla col braccio».

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