Il Messaggero | Winter: “sogno la panchina della Lazio…Baroni e Zeman simili”
L’ex centrocampista biancoceleste parla dell’amore per la Lazio e della squadra attuale di Baroni
La nuova Lazio di Baroni sta stupendo proprio tutti non tanto con i risultati quanto per l’atteggiamento tenuto in campo: una squadra unita, compatta e determinata nel seguire il proprio allenatore. Nonostante la sconfitta a Torino, la Lazio riceve solo che complimenti per la grande prestazione di sabato che conferma tutto l’ottimo lavoro fatto finora da mister Baroni. A Il Messaggero ha rilasciato un’intervista l’ex centrocampista olandese Aron Winter (in biancoceleste dal 1992 al 1996 con un totale di 123 presenze e 21 goal), raccontando dell’amore per i colori biancocelesti ed esaltando la nuova Lazio nata quest‘estate.
L’intervista integrale
Sul suo ruolo di allenatore e sulla Lazio
È solo un periodo di pausa, non vedo l’ora di rimettermi ad allenare. Già ha preso contatti in Italia, sono pronto. Il mio sogno, un giorno, è essere sulla panchina della Lazio. Sto seguendo la Lazio, ho visto tante gare e la sto osservando. Non ha iniziato bene, ma ora è cresciuta tantissimo. A Torino avrebbe meritato molto di più, mi sta sorprendendo e divertendo. Il gioco è interessante, frizzante e ha ulteriori margini di miglioramento. Serve tempo quando si apre un nuovo ciclo.
Il ricordo del suo arrivo alla Lazio (dall’Ajax nel 1992 e durante l’era Cragnotti)
Ora è meglio la Premier, allora la Serie A era il miglior campionato del mondo. Solo i migliori in assoluto potevano giocarci, ogni squadra poteva tesserare due stranieri, c’era una scelta selettiva. Affermarsi in Italia voleva dire essere davvero un campione. Erano 16 anni che Lazio non giocava le coppe europee. Ricordo la grande attesa e quel Lazio-Napoli, con lo stato pieno e l’entusiasmo. C’era la sensazione che la Lazio stesse crescendo. Cragnotti stava investendo tanto e costruendo passo dopo passo una squadra fortissima, con acquisti sempre più importanti. La stagione successiva arrivarono Marchegiani e Boksic poi Casiraghi e Di Matteo. Degli anni alla Lazio mi ricordo tutto: iniziammo ad allenarci a Tor di Quinto, poi sbarcammo a Formello. Ho visto l’evoluzione della Lazio in una grande società.
Continua nella prossima pagina