Il Messaggero | Winter: “sogno la panchina della Lazio…Baroni e Zeman simili”
L’ex centrocampista biancoceleste parla dell’amore per la Lazio e della squadra attuale di Baroni
Sul suo addio nel 1996
Volevo vincere subito. Sentivo che la Lazio stesse crescendo, ma ancora non era pronta per lottare per lo scudetto. Infatti, ci vollero due o tre stagioni per farle spiccare il volo. Potevo anche andare alla Juve, ma quando mi arrivò l’offerta dell’Inter pensai che fosse una squadra più pronta. Vincemmo la coppa Uefa, battendo proprio la Lazio in finale, poi lottammo fino all’ultimo per il tricolore, nell’anno del famoso Juventus-Inter di Ronaldo.
Sul compagno con cui era più legato alla Lazio
Avevo una gran sintonia con tutti. Signori, Di Matteo, Boskic, Orsi, Marcolin, Favalli e ovviamente quel matto di Gascoigne. Con noi sbocciò anche Nesta.
Ricordi di goal e di derby
Ricordo proprio il goal con il Napoli nella gara che ci riportò in Europa League ed uno ad Ancona sotto la neve. Diciamo che erao uno dei primi centrocampisti che amava inserirsi in attacco con continuità. Ed è il motivo per il quale ho segnato tanto. Amavo il derby e l‘adrenalina di quella partita. Appena arrivato nella Capitale la prima cosa che mi era stata detta era la data della stracittadina. Dovevi conoscerla, essere pronto. In città non si parlava d’altro, la settimana prima e quella dopo erano da infarto. Fortunatamente, io ne ho perso solo uno perché quando succede vivere a Roma diventa quasi impossibile. Quello di Gascoigne lo ricordo molto bene: pareggiammo alla fine.
La similitudine tra Zeman (suo allenatore alla Lazio) e Baroni
Assolutamente sì, sono molto simili nel gioco Zeman e Baroni. È Zdenek il miglior tecnico che abbia mai avuto, un innovatore, uno che voleva giocare a calcio. L’unica cosa che cambierei erano i ritiri precampionato e gli allenamenti, un sacrificio assoluto: ti faceva correre come un pazzo. Provavi e riprovavi gli schemi, le cose che voleva si facessero in un campo. In quegli anni, noi partivamo sempre bene, i primi quattro mesi volavamo poi calavamo a dicembre, per poi tornare a correre a fine stagione. Ma il suo calcio era davvero divertente. Oggi sarebbe impossibile allenarsi con tutti gli impegni ravvicinati.
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