Luca Pellegrini a 'Il Tempo' spiega i segreti della sua squadra: "Lazio amore mio"
Il 26 maggio ero un raccattapalle. Il mister è stato bravo, è una persona molto intelligente e molto empatica
Come una seconda pelle. Più di vent'anni passati a desiderare di indossare quella maglia. Luca è riuscito a coronare il suo sogno il 31 gennaio 2023: concluso il prestito di sei mesi dalla Juve, la Lazio ha trovato l'accordo con i bianconeri per prolungare la sua permanenza per altre due stagioni e da giugno 2025 sarà riscattato a titolo definitivo. Questa è casa sua. E nessuno meglio di Pellegrini poteva raccontarci la nuova Lazio di Baroni.
Qual è stato il vostro segreto finora?
«Forse dovreste chiederlo al mister. Stiamo lavorando bene, così come abbiamo fatto in ritiro. C’è un percorso che non si ferma a quel mese. La cosa che ci dà questa forza è un pò di entusiasmo. Dobbiamo essere bravi a non oltrepassare la linea che divide entusiasmo e presunzione».
Ha trovato un limite a questa squadra?
«In realtà di limiti ne abbiamo tanti. Siamo una squadra giovane, dobbiamo puntare sempre a migliorare. Sappiamo come nasconderli, o comunque conoscerli per migliorare ogni giorno. All’inizio dell’anno tante parole sono state spese, della Lazio non ne parlava nessuno. Ma a noi piace così, non vogliamo stare in questa orbita, le pressioni le lasciamo agli altri».
Dentro lo spogliatoio la guardate la classifica?
«Finora è stato un campionato bello, sei squadre in due punti. La Serie A è molto competitiva, secondo me è seconda solo alla Premier League, anche se non ci ho mai giocato. Il calcio si sta modernizzando, anche una squadra cosiddetta piccola non ti regala niente, anzi prova anche a farla e ti mette in difficoltà
Come è scattata la scintilla con Baroni?
«Il mister è stato bravo, è una persona molto intelligente e molto empatia. Ha tutte le qualità per fare bene con una squadra come la nostra, ha toccato i punti giusti, si è creato subito il feeling. Noi come gruppo siamo sempre stati coesi e forti, sotto tanti punti di vista il mister però ci ha dato una mano. Nei punti ciechi ci ha fatto vedere la luce»
Non va sottovalutato l’aspetto tattico...
«È stato bravo a esaltare le caratteristiche di questo gruppo. Un allenatore bravo è quello che capisce le qualità del gruppo a disposizione. Lazio offensiva? Questa idea mi è sempre piaciuta, a parte per gusto personale, ho fatto una scuola importante prima con Allegri, poi l’esperienza all’estero con l’Eintracht e infine Sarri. Per quanto mi riguarda è questa la filosofia di calcio che mi piace: adesso si difende tutti e si attacca tutti».
Una valutazione sui nuovi arrivati?
«Abbiamo preso dei giocatori importanti. Lo stanno dimostrando durante la stagione, ognuno ha il suo ruolo. La cosa positiva è che non c’è differenza tra i calciatori che giocano 90 minuti o 5 minuti, l’impatto è sempre lo stesso. Questo è il pregio maggiore: siamo gruppo, poi è normale che se uno gioca 38 partite dall’inizio è più contento di chi ne gioca solo cinque. Io da tifoso certe cose me le posso fare andare bene, però i nuovi stanno dando il massimo».